28 Marzo 2024

DELIO ROSSI “TIFA” PER LA FIGLIA GIULIA: “IL NUMERO CHIUSO? UNA REGOLA SBAGLIATA”

È un legame inscindibile quello di Delio Rossi con la città di Salerno. Il mister rimasto nell’immaginario collettivo e nel cuore di tanti tifosi granata. L’uomo del miracolo, della promozione della Salernitana in serie A nel 1998. Un rapporto talmente intenso e profondo da giustificare la presenza dell’allenatore, attuale tecnico del Levski Sofia in Bulgaria, oltre le transenne, insieme agli altri genitori, in attesa della figlia Giulia, alle prese con i test d’ingresso in Medicina, Chirurgia e Odontoiatria. Una veste inedita: non più solo il campione, lo sportivo, ma il padre Delio, lì, in ansia, a sostenere la figlia nel tentativo di realizzare il suo sogno. Look casual, occhiali da sole e camicia bianca, quasi a confondersi tra la folla. La sera precedente era stata intravisto in una pizzeria del salernitano, suscitando in tutti l’idea di una breve vacanza in città. Intanto, non appena negli ambienti più interni dell’ateneo si sparge la notizia, tra i fan più agguerriti riemerge subito la speranza di un suo ritorno nel team granata: «Speriamo che la figlia superi i test – incalza qualcuno – così ritorna a Salerno».

Mister Delio Rossi, perché sua figlia ha scelto Salerno per il test di ammissione a Medicina?
«Mia figlia Giulia è salernitana. È nata a Salerno proprio nel 1998, l’anno della promozione, per cui è naturale questa scelta. Inoltre lo scorso autunno sono stato in ateneo come ospite in occasione dell’inaugurazione dei campetti di calcio al coperto e ho avuto modo di vedere le strutture meravigliose, di conoscere l’eccellenza della formazione ed ho pensato che potesse essere l’idea giusta. Ogni volta che ritorno in città percepisco grande affetto e calore nei miei confronti. Sono arrivato lunedì sera alle 23, mi hanno riconosciuto e subito mi hanno aggiornato sulla prima giornata di campionato e sul risultato 3-3 della Salernitana».

Spesso si associa a lei l’immagine dello sportivo, del campione, difficilmente si pensa a lei come genitore. Che padre è Delio Rossi?
«Sono un padre assente, ma presente. Penso 24 ore al giorno al mio lavoro, ma ci sono se i miei figli hanno bisogno di me. Infatti oggi sono qui, ma domani ho la partita contro la prima in classifica in Bulgaria. Infatti stanotte ho l’aereo per Sofia. In questo momento i miei collaboratori stanno facendo allenamento al posto mio. Sono una persona discreta e questo momento fa parte della vita personale di mia figlia».

Qual è il sogno di Giulia?
«Vuole fare la psichiatra, quindi anche oltre la medicina. Si è abituata a casa – scherza il mister e sorride – si è portata avanti con il lavoro, perché io sono un bel caso clinico da studiare».

Avrebbe preferito per lei un’aspirazione in ambito sportivo?
«In realtà è la terza figlia, ormai sono abituato. La prima è laureata alla Bocconi con 110 e lode in Marketing, il secondo in management dello sport e fa scouting, e poi c’è lei con il suo sogno».

In occasione dei test di ingresso, emergono sempre le polemiche rispetto al numero chiuso. Condivide questa forma di selezione per l’ammissione all’università?
«Rispondo da padre. Penso che non si possano creare ostacoli, impedimenti, anche se il mondo come la vita deve essere dei migliori. Sostenere che se non si supera un test non si può entrare, mi sembra sciocco. Bisogna valutare il percorso del ragazzo, la selezione va fatta dopo. Ci sono molte eccellenze che non riescono a superare le selezioni. Il mondo deve essere dei più bravi, non dei più furbi in tutti i campi».

È appena iniziato il campionato. Un suo pronostico sulla Salernitana. Come vede la squadra?
«Nella categoria, a parità di qualità, la differenza la fa la società. La Salernitana ha una buona società e può programmare il futuro. Dalla serie D è salita alla B. Adesso deve fare l’ultimo step. Sono tifoso di tutte le squadre che ho allenato, soprattutto di categoria B, e il mio cuore va al Foggia e alla Salernitana». Barbara Landi

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