19 Marzo 2024

LEGAMBIENTE PRESENTA LA RADIOGRAFIA DELLE COSTE CEMENTIFICATE/VEDIAMO COME GIUDICA IL CILENTO

Legambiente in un rapporto pubblicato in questi giorni fa la radiografia della cementificazione sulle coste della Campania.Noi vi proponiamo come giudica il Cilento costiero.Il viaggio fotografico raccontato nel volume – realizzato attraverso una serie di scatti satellitari ravvicinati – racconta come è cambiata la costa e come il cemento, nel corso di questi anni, abbia deliberatamente invaso i litorali anche in barba alla Legge Galasso in materia di tutela paesaggistica, approvata nel 1985 e che prevede un vincolo di tutela per le aree costiere fino a 300 metri dalla linea di costa. Nonostante tale legge, in Campania sono stati “consumati” dal cemento, 29 chilometri di costa, cioè il 16% dell’intera urbanizzazione avvenuta in oltre 2.000 anni di storia.

Tutto per la costruzione di nuovi complessi turistici edilizi e case singole in aree libere, e per l’espansione di alcuni agglomerati già presenti lungo la costa con un processo di saldatura e densificazione. In numeri, il 76% delle trasformazioni, 22 chilometri, è avvenuto per usi urbani (residenziale, turistico e servizi annessi); il restante 24%, cioè 7 chilometri, riguarda interventi infrastrutturali, portuali e industriali. La prospettiva da scongiurare è che litorali, baie e spiagge vengano progressivamente, anno dopo anno, divorati dal cemento. Ossia quello che è successo in questi anni tra Agropoli e Salerno, come tra Varcaturo e Baia Domizia, per fare degli esempi.

Ascea, in provincia di Salerno, risulta tra le aree in cui l’aumento della densità edilizia è maggiore, perché grandi aree agricole sono state trasformate in quartieri residenziali; la stessa situazione a Sapri, ma con densità inferiori; a Capaccio, lo scenario alle spalle della pineta è cambiato radicalmente a causa della costruzione di residence e ville di lusso, che hanno alterato irreparabilmente la suggestiva vista della pineta dalla strada; a Ispani e Castellabate, vuoti interclusi importanti sono stati occupati da nuove costruzioni residenziali e di servizio. Il tema della tutela diventa oggi centrale: il 30% delle aree costiere campane è all’interno di aree protette e quindi sottoposto ad attenzioni o vincoli di salvaguardia, almeno in teoria, perché anche in queste aree sono avvenute diverse trasformazioni edilizie.

Il problema è che le aree protette riguardano in larga parte ambiti rocciosi, dove l’urbanizzazione trova difficoltà oggettive a proliferare. Sono invece diversi gli ambiti costieri pianeggianti a rischio, come nel tratto tra Caprioli e Marina di Ascea, tra Marina di Casal Velino e Acciaroli, tra Agropoli e Torre Piacentina o l’area del lago di Patria, con la Riserva Naturale di Castelvolturno, solo per citarne alcune. Soprattutto su queste aree, nel prossimo futuro, occorrerà prestare la massima attenzione, in modo da fermare ogni ulteriore cancellazione di paesaggi agricoli e naturali.

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