28 Marzo 2024

PAESTUM, BOCCIATE LE RESTRIZIONI PER LE GUIDE TURISTICHE

CAPACCIO PAESTUM. Nessuno se lo aspettava questo provvedimento e pure è arrivato.Sicuramente mette a dsagio un intero comparto ma non solo. Guide turistiche, i fulmini dell’Antitrust sul Parco Archeologico di Paestum. Il 6 dicembre scorso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato di segnalare una restrizione concorrenziale in alcuni siti museali e archeologici. Un atto rientrante nel potere di segnalazione al Parlamento ed al Governo, che mette nel mirino i regolamenti sulle guide turistiche del Parco di Paestum, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Parco di Pompei. Nel provvedimento, sono nominati anche gli accordi o le prassi dei Parchi Archeologici di Pompei e del Colosseo.


In attesa delle determinazioni dell’Autorità, il Parco di Paestum ha sospeso il regolamento. Il nodo è la previsione di “postazioni permanenti” per organizzare l’attività delle guide turistiche, mediante l’iscrizione giornaliera ad elenchi. Le postazioni sono a disposizione dei turisti, nel caso siano giunti senza aver prenotato un servizio di guida turistica. Uno strumento per facilitare le visite, come specifica la stessa Antitrust. «Tuttavia, ad avviso dell’Autorità – si legge nella delibera –, le disposizioni contenute nei tre regolamenti che riservano l’accesso alle “postazioni permanenti” e la possibilità di iscrizione agli elenchi tenuti presso le “postazioni permanenti” esclusivamente alle guide turistiche abilitate nella Regione Campania si traducono in ostacoli all’esercizio della professione alle guide turistiche abilitate in altre aree territoriali». 


L’Autorità rileva, anzitutto, una contraddizione: le disposizioni sotto esame non sono previste dalla legge regionale sulle attività professionali turistiche, nonostante il richiamo di due regolamenti alla normativa. La legge regionale, in vigore da 33 anni, non introduce alcuna esclusiva per le guide abilitate in Campania: si limita solo a prevedere la possibilità di istituire i “presidi permanenti”. E i regolamenti sotto accusa, a questo punto, sono pure in contrasto con la più recente legislazione statale, tendente a recepire le regole dell’Ue. «L’Autorità – scrive l’Agcm – ritiene che le suddette disposizioni, nel riservare alle guide turistiche abilitate in Campania aree di attività, si traducono in una ingiustificata barriera all’ingresso per le guide turistiche che hanno conseguito l’analogo titolo di abilitazione in altre Regioni italiane o in altra area geografica europea, re-introducendo una segmentazione territoriale delle attività di guida turistica contraria ai principi di liberalizzazione che il legislatore nazionale aveva inteso superare con l’articolo 3, comma 1, della legge numero 97/2013, ai sensi del quale “l’abilitazione alla professione di guida turistica è valida su tutto il territorio nazionale”». 
A questa linea si è conformata anche la giurisprudenza. L’Autorità Garante cita quanto afferma il Consiglio di Stato sulla normativa del 2013. Una legge «in base alla quale “ogni restrizione ad esso è e dev’essere di mera eccezione, di stretta interpretazione, determinato nello scopo e affrontato con mezzi congruenti con quest’ultimo, oltreché soggetti a continua revisione”». Invece, i regolamenti «rendono, di fatto, del tutto inutilizzabile l’abilitazione nazionale conseguita dai professionisti abilitati al di fuori della Regione Campania». 
Esposte le ragioni di contrarietà, l’Autorità ritiene che le disposizioni dei regolamenti «siano idonee a limitare ingiustificatamente l’attività delle guide turistiche» e «auspica che le osservazioni formulate possano costituire la base per un complessivo riesame della materia da parte delle autorità competenti». Un invito al Mibac ad agire per correggere le distorsioni. Gianmaria Roberti

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