19 Marzo 2024

DELLE NOTIZIE CHE NON ESISTONO di Giovanni Petrizzo

E’ curioso osservare che, talvolta, i professionisti dell’informazione, sono poco informati e attenti. In special modo nelle vicende che riguardano la Chiesa cattolica ed in particolare in alcune dichiarazioni di papa Francesco, si tenta di costruire una notizia anche dove non c’è. L’utimo caso riguarda la vicenda del Padre nostro che, per i mezzi di informazione, il papa appunto vuole cambiare nella traduzione del “non ci indurre in tentazione”. Peccato che tale orientamento sia motivo di discussione da decenni e che risale ormai al 2002 la decisione della Conferenza Episcopale Italiana di approvare la nuova traduzione che prevede un più verosimile ” non abbandonarci alla tentazione”. L’ufficialità della nuova formulazione avverrà con l’entrata in vigore della terza edizione del Messale Romano. Paradossalmente la notizia potrebbe essere proprio il ritardo nella pubblicazione del nuovo messale, ritardo legato alla secolare discussione sulla corretta interpretazione del “pro multis”. Ecco, in questo senso, dopo l’invito di Benedetto XVI ad ad una traduzione letterale, il 10 novembre 2015, a Firenze, rivolgendosi ai rappresentanti del convegno nazionale della chiesa italiana, papa Francesco nel suo intervento pronuncia parole inequivocabili: «Ben sapete che il Signore ha versato il suo sangue non per alcuni, né per pochi né per molti, ma per tutti» (4). Il contesto di queste parole non è la diatriba sul pro multis: Nondimeno, il contesto è quello di un discorso autorevole, di chiara matrice pastorale. Al punto che una interpretazione delle “parole eucaristiche” che miri alla “lettera” e non allo “spirito” cederebbe fatalmente a una di quelle tentazioni che Francesco ha così ben descritto, appunto in chiave pastorale, in un altro passo di quello stesso discorso alla chiesa italiana: «Davanti ai mali o ai problemi della chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative». Più chiaro di così…Giovanni Petrizzo

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