AGROPOLI, ALFIERI COME VALIANTE FISCHIATO IN PIAZZA, INGRATITUDINE O LIBERAZIONE/VIDEO
Gli è toccata la stessa sorte, amara, del suo più acerrimo nemico, Antonio Valiante. Nella stessa piazza, quella piazza che da troppo tempo lo aveva esaltato, coccolato, portato in auge è stato duramente contestato. Franco Alfieri ha subito una bordata di fischi destinata a rimanere nella storia. Prima di lui era stato fischiato anche il segretario del partito democratico Modestino Rosiello in apertura dell’ultimo comizio a sostegno di Mutalipassi. Le battute ironiche di Rosiello ad ogni comizio, gli insulti ai competitor da parte del segretario del Pd avevano fatto storcere il naso a più di una persona. La città è distrutta e il partito democratico ne ha preso atto cacciando Adamo Coppola innalzandolo si a capro espiatorio ma lasciando una classe dirigente e amministrativa becera, devastante nel partito democratico, tutti candidati. La città non può avere la mazza e le corna, è in ginocchio, non può essere insultata dal palco. Si è tirata troppo la corda al di la di come finirà domenica sera. Si era capito da subito che la serata, per Alfieri, non era quella giusta. Agropoli si preparava a contestare il figlio di De Luca (leggi qua) e ha aspettato Alfieri al varco e quando il leader democratico ha cominciato a puntare il dito contro gli altri è cominciata a partire una bordata di fischi dalle retrovie per farsi ancora più insistente nel centro della piazza, ripetuti Buu. Il sindaco di Capaccio Paestum è andato su tutte le furie. Sul suo volto si è vista tutta l’amarezza, ma forse anche la consapevolezza, che qualcosa avrebbe potuto sbagliare, forse si è tirata troppo la corda nell’indugiare verso uomini e rappresentanti che domenica sera potrebbero ritornare al comune con la gente che non può mettere il piatto a tavola e con dei veri e propri clan all’interno delle liste già noti in città per aver messo le mani su case, terreni, campi di calcio, immondizia, posti di lavoro, castello, fornace, stadio, uffici, porto e più propriamente le mani sulla città. Alfieri ha perso di vista tutto questo, si è fidato di gente che cerca di gestire campando di rendita con la sua buona amministrazione(dieci anni fatti bene il suo sindacato), un aggregazione di bande le quali non rispondono più ai suoi comandi ma usano solo la sua ascendenza sul popolo per conservare il potere.
La piazza ha reagito, si è rivoltata contro, forse non decisamente contro Alfieri ma verso chi Alfieri sta sostenendo. L’azione di Alfieri è politica ma nelle liste di politico non c’è niente. Roberto Mutalipassi non c’entra nella contestazione ma nemmeno nei clan e nelle bande assiepate nelle sette liste dove, sia chiaro, ci sono anche molte persone serie. Su questo Alfieri deve cominciare a ragionare. I suoi sostenitori hanno cercato di coprire i fischi e i bululati con il sostegno al presidente dell’unione dei comuni ma senza fortuna. Lo smacco è stato forte in quello che è considerato il suo regno. Anche le risposte di Alfieri dal palco tradivano il disappunto dell’esponente del Pd. Chi ha distrutto la città, in special modo il partito democratico di Agropoli, ha trascinato Alfieri in una contestazione clamorosa la quale sa di ingratitudine visto l’impegno di Alfieri per la città di Agropoli a tutti i livelli ma è un grido di allarme perché altri 5 anni di questa gente al comune e la città non si riprende più. Alfieri si è fidato di chi ha tramato, boicottato e lasciato solo Coppola portando spia ogni mezzora dell’operato dell’ex sindaco, gettando benzina sul fuoco, ben sapendo che Alfieri voleva sostituirlo da tempo .
I clan e le bande all’interno del comune hanno fatto cacciare Coppola e si sono rimessi a gestire il potere anche con la commissaria. Alfieri non meritava i fischi e le bordate ma ha commesso l’errore di non capire che il comune e la città, dopo che lui se ne è andato, sono nelle mani di gente senza scrupoli dai quali sono scappati Adamo Coppola ( perciò ha pagato), Eugenio Benevento( sindaco e vice sindaco uscenti) la vice sindaco Serra dopo un anno, Massimo La Porta, Santosuosso, Cianciola il quale è andato via sbattendo la porta e denunciando tutto questo tranne poi ritornare per cercare di vincere facile ma senza entusiasmo. Tutte persone che si sono opposte ai clan, alle bande all’interno del sistema e puntualmente sono stati infangati da coloro che ogni mezz’ora prendevano il telefono in mano e chiamavano Alfieri per denigrarli ai suoi occhi per farli litigare con lo stesso Alfieri. La gente ha paura di tutto questo e se domenica vinceranno ancora Agropoli sarà distrutta più di quanto lo è adesso. Perciò chi ha fischiato Alfieri lo ha fatto per fargli capire tutto questo. Tanta gente ha molta stima di Alfieri ma non vota il suo candidato, ci sarà una motivazione? Si c’è molta ingratitudine nei fischi riservati in precedenza a Valiante ma ci sono anche ragioni che non toccano la persona di Alfieri, perchè a parte qualche bandicella, poi ad Alfieri tutti voglio bene, ma è insopportabile sponsorizzare i clan e le bande che hanno devastato Agropoli per stessa ammissione dello stesso Alfieri e del segretario del Pd anche se poi ha pagato solo uno. Si spera che Alfieri rifletta e capisca perchè rimane una grande risorsa per Agropoli, le sue capacità sono eccelse. Alfieri si tolga il prosciutto davanti agli occhi, levi il paraocchi e guardi con serenità a tutta la città. Siamo certi che la prossima volta, i fischi si trasformeranno in applausi. Sergio Vessicchio