14 Ottobre 2024

AGROPOLI, ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA IL COMUNE LA SPIAGGIA E’ DEL LIDO AZZURRO.SCALZONE ATTACCA AGOSTINO SICA

La Sede del consiglio di Stato

La spiaggia tocca al Lido Azzurro (Agostino Sica se ne faccia una ragione)  il proprietario Carlo Scalzone ottiene un’altra vittoria,l’ennesima.Dal Tar, al quale Scalzone si era rivolto nel giugno scorso con una sentenza (sentenza qui), aveva già avuto giustizia ma il comune aveva fatto ricorso al consiglio di Stato e ieri è arrivata dal Consiglio di Stato un’altra vittoria per Scalzone sul mancato ripristino dell’originaria concessione demaniale al Lido Azzurro di Carlo Scalzone. La Spiaggia è praticamente quella che va dal Lido Azzurro di Scalzone fino a Lido Paradiso ritenuta demaniale e invece come dice anche il consiglio di stato(sentenza qui) è del Lido Azzurro.

PARLA CARLO SCALZONE PROPRIETARIO DEL LIDO AZZURRO

“Dopo oltre un decennio voglio ringraziare pubblicamente, per la prima volta,e contro la sua ritrosia, l’avv. Elio Cuoco, mio legale di fiducia:grazie per le qualità umane e professionali, sempre presenti anche in momenti per te difficili che, in questi anni, ti hanno sempre consentito di spiegare con semplicità, senza fare mai una polemica,tutte le illegittimità nascoste nelle decine di atti amministrativi adottati da chi, mi ha obbligato a intraprendere questo calvario giudiziario.L’Amministrazione comunale, fortemente sollecitata dal funzionario responsabile del Demanio ing. Agostino Sica, aveva presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Salerno che aveva accolto il ricorso del Lido Azzurro e condannato in maniera netta il Comune di Agropoli e l’operato del responsabile del Demanio, intimando all’Ente Comunale di avviare l’istruttoria per verificare i presupposti (specificati dal Giudice Amministrativo) per il ripristino dell’originaria Concessione Demaniale del Lido Azzurro, evidenziando, inoltre, in alcuni passaggi della Sentenza,anche possibili ipotesi di reato (punti 8 e 8.1),

 

  1. Dal tenore della motivazione contenuta nel provvedimento gravato, non è chiara la ragione per cui il Comune avrebbe consentito, ad altro privato (Lido Oasi), all’occupazione temporanea dell’arenile con l’istanza rigettata dall’ente locale(al Lido Azzurro).

Del tutto generico è, in particolare, il riferimento alla “delibera di indirizzo di giunta” in ragione della quale parrebbe essere stata rilasciata la concessione temporanea. 8.1 Su questo aspetto, chiaramente opposto in sede procedimentale dall’interessato, come possibile ipotesi di contraddittorietà nell’esercizio della funzione o come sintomo di disparità di trattamento, il Comune aveva l’obbligo di una motivazione perspicua e dettagliata che consentisse all’istante di comprendere appieno le ragioni della scelta e di fugare ogni dubbio su possibili favoritismi o illegittimità. In casi come questo, laddove vengano dedotte dal privato censure di irrazionalità nel provvedere o diseguaglianze, l’amministrazione ha il dovere di indicare puntualmente quelle che sono le fonti normative o gli atti amministrativi che fungono da fondamento di quanto deciso.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli per la sospensione della Sentenza del Tar Salerno che pertanto rimane esecutiva.Per chiarezza, si tratta di un area demaniale che in passato è stata sempre parte della originaria concessione del Lido Azzurro e che dal 2012 in poi, nonostante le legittime istanze del titolare del Lido Azzurro, l’Amministrazione Comunale, o meglio, il funzionario responsabile del Demanio ing. Sica, ha sempre preferito concedere, con autorizzazioni temporanee, al confinante e concorrente stabilimento balneare Lido Oasi del consigliere comunale Eleodoro Di Nardo, dichiarato abusivo da ben due sentenze del Consiglio di Stato.

Solo questa estate, dopo la sentenza del Tar(leggi qui), l’area demaniale in questione non è stata data in concessione temporanea(come sempre) al Lido Oasi del consigliere comunale Eleodoro Di Nardo, che però, imperterrito, ha comunque occupato abusivamente l’area demaniale in questione con ombrelloni e lettini, come accertato proprio dal responsabile del demanio ing. Sica con la Polizia Municipale di Agropoli, disponendone però, curiosamente ed inspiegabilmente, solo la rimozione (avvenuta comunque solo a fine estate) e non il previsto sequestro delle attrezzature con conseguente denuncia del consigliere comunale all’autorità giudiziaria.Come cittadino sono dispiaciuto per l’ulteriore aggravio di spese per la collettività e per i danni causati all’attività del Lido Azzurro dall’operato del funzionario responsabile del Demanio ing. Sica, per tutelare gli interessi del Lido Oasi di proprietà del consigliere comunale Eleodoro Di Nardo.Leggendo il ricorso presentato dall’Amministrazione contro la Sentenza del TAR Salerno, si intuisce che, il tutto era volto, più che altro, a tutelare e sostenere presunti ed inesistenti diritti illegittimamente acquisiti dal Lido Oasi, ed attenuare l’illegittimo comportamento tenuto dal funzionario.”

L’ITER DEL COMUNE

Ora il comune è obbligato a ripristinare  l’originaria concessione demaniale a favore del legittimo spettante il Lido Azzurro e a sperare che Scalzone non faccia richiesta di risarcimento perchè i costi ricadrebbero sulla collettività e sulla tenuta del bilancio.Il tutto solo perchè ci si incaponisce a voler portare avanti la cosa pubblica solo per fare dispetti e utilizzare il patrimonio pubblico per simpatie e antipatie.Purtroppo non funziona così.Questa volta al comune è andata peggio perchè Scalzone ha avuto il coraggio di andare fino in fondo,non si è arresto e ad ha ottenuto quello che la legge gli dava e che il Municipio con abusi e un potere sconsiderato aveva illegittimamente tolto.Fino a quando ancora la città deve subire questa cosa?Quanto ancora i cittadini di Agropoli saranno costretti a sottostare ad abusi e imposizioni secondo le simpatie di chi occupa le stanze del municipio?Prima o poi la fune si spezza?Un paese che sta andando alla deriva e che la politica non riesce a controllare perchè c’è un incrostazione nella macchina amministrativa capace di condizionare la vita di Agropoli.Una discrasia tra la politica a l’amministrazione pubblica.Il problema è questo.Sergio Vessicchio

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