La maxi frode fiscale rimane un’accusa, per il momento, in piedi. Il tribunale del riesame ha respinto le richieste del ricorso presentato dal proprietario del noto localeUmami , nel porto turistico di Agropoli. La struttura turistica è stata raggiunta da provvedimento di sequestro preventivo urgente il 12 agosto scorso, nell’ambito di un’ampia indagine condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Agropoli, diretta dal cap. Ciro Sannino, a carico di 5 soggetti indagati, a vario titolo, di numerosi reati tributari commessi nella gestione di varie società, alcune delle quali intestate a meri prestanome compiacenti e ad un pregiudicato cavese.

L’ACCUSA

 Gli inquirente accusano i responsabili di aver messo in piedi un vorticoso giro di fatture false, crediti d’imposta fittizi e schermature finanziarie per eludere il Fisco, non versando imposte e l’Iva, riciclando poi gli illeciti proventi con l’acquisto di attività e beni di lusso, tra cui il ristorante Umami. Tutti i ricorsi sonostati dichiarati inammissibili dal collegio delRiesame, presieduto dal giudice Gaetano Sgroia, ed il locale è finito sotto il controllo diretto di un amministratore giudiziario, già nominato dal Tribunale di Vallo della Lucania.  

C’E’UN ALTRO RICORSO IN ATTO

I ricorrenti hanno presentato   al Riesame un altro ricorso  per gli altri beni cautelati per i reati di frode finalizzata all’evasione fiscale e all’autoriciclaggio a carattere transnazionale, ovvero autovetture e imbarcazioni di lusso nella disponibilità degli indagati, quote societarie e liquidità rinvenute sui conti correnti per un valore complessivo di 1 milione e 200mila euro. A fine agosto,(leggi qua) il gip del Tribunale di Vallo della Lucania, Benedetta Rossella Setta, convalidò in toto il decreto di sequestro preventivo urgente di tutti beni oggetto dell’indagine delle Fiamme Gialle agropolesi.

Di admin

Sergio Vessicchio blogger, youtuber, social media manager attivo per stampa televisiva, carta stampata, siti web, opinionista televisivo, presentatore, conduttore.

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