“AGROPOLI RIDOTTA AD ESSERE LA 15ESIMA FRAZIONE DI CAPACCIO PAESTUM” GIOVANNI BASILE CI VA GIU’ DURO CONTRO ALFIERI E MUTALIPASSI
Una sonora spallata al sistema in vigore al comune di Agropoli l’ha data l’avvocato Basile già candidato al senato con la Lega ed esponente politico anti Alfieri dalle prime battute. In una nota Basile attacca frontalmente il sistema di potere:
” Il messaggio che passa con l’avvicendamento del Maggiore Cauceglia è molto preoccupante. Premesso che ognuno di noi deve esprimere le proprie opinioni, anche politiche, senza timori di ritorsioni, mi domando quali siano le colpe del Comandante. Un Comandante dei Vigili Urbani va valutato per come ha esercitato le sue funzioni (con l’attenuante anche che Agropoli non ha il personale che dovrebbe avere). Analizzando il profilo e l’operato di Cauceglia (e dei suoi uomini e donne in divisa) non si rileva nulla che possa giustificare una sua mancata riconferma. I motivi vanno ricercati altrove. Appare quindi evidente un motivo politico formato da due filoni. Il filone interno che si concretizza nella presa di distanza dell’uomo Cauceglia da alcuni esponenti della maggioranza. Determinante è la sua vicinanza all’ex Sindaco defenestrato (anche lui). Il vociare di una sua imminente (quanto infondata) candidatura a Sindaco.
Può un motivo politico essere prevalente sulle capacità? Questa è l’Agropoli che vogliono. Colpirne uno per educarne cento. Il secondo motivo è esterno. Agropoli (è sotto gli occhi di tutti) è relegata a succursale di Capaccio-Paestum. Le decisioni che incidono sulla quotidianità dei cittadini agropolesi sono dettate da Capaccio-Paestum. Le subiamo insomma. Agropoli non deve crescere perché non deve offuscare la concretezza (effimera) in atto a Capaccio-Paestum. Agropoli è la quindicesima contrada di Capaccio-Paestum. Siamo diventati (non me ne vogliano) come Spinazzo o Gromola. Questi nostri concittadini, sedendo nei banchi della maggioranza, si stanno prestando ad uno “stupro” politico.
La cosa che più mi rattrista è che molti di loro portano i cognomi storici della nostra città. Discendenti di gloriose famiglie che hanno costruito gli architravi su cui regge l’odierna Agropoli e che, purtroppo, la stanno riducendo in macerie.”