AGROPOLI, RIMANE CHIUSO L’UMAMI,CONFERMATA LA CONVALIDA DEL SEQUESTO DEI BENI
Il gip (giudice per le indagini preliminari)ha confermato il sequestro dei beni di un imprenditore cilentano che opera ad Agropoli ma anche nel Cilento. L’ operazione della guardia di finanza aveva portato al blocco dei beni per circa un milione e due di beni.
I SEQUESTRI
Il gip del Tribunale di Vallo della Lucania, Benedetta Rossella Setta, ha convalidato in toto il decreto di sequestro preventivo urgente di beni, per un valore di 1 milione e 200mila euro, emesso dal pm Vincenzo Palumbo della locale Procura della Repubblica, a carico di 5 soggetti, indagati a vario titolo per frode finalizzata all’evasione fiscale e all’autoriciclaggio a carattere transnazionale. Si tratta dell’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Agropoli, diretta dal cap. Ciro Sannino, scattata all’alba del 12 agosto a seguito di numerose anomalie rilevate sui conti correnti di un imprenditore di 52 anni, con vari precedenti di natura tributaria e di bancarotta fraudolenta.
IL MODUS OPERANDI
Attraverso meri prestanome, tra cui anche un pregiudicato cavese, l’uomo gestiva di fatto cinque società nel settore della consulenza alle imprese per ottenere crediti d’imposta per la formazione del personale, una delle quali sita nella zona industriale di Cicerale: dagli accertamenti dei finanzieri è emerso che, per evadere il fisco, tale rete di imprese aveva messo in piedi un vorticoso giro di fatture false, crediti fittizi e schermature finanziarie per non versare imposte e l’Iva.
Gli illeciti guadagni accumulati venivano poi riciclati attraverso l’acquisto di beni di lusso, principalmente natanti ed auto re-immatricolati in Bulgaria e con targa estera per risparmiare su assicurazioni e bollo, e per comprare il noto ristorante Umamì nel porto di Agropoli (nella foto), completamente rinnovato con materiali di pregio fittiziamente destinati all’estero per eludere le imposte.