AGROPOLI, SONO 8 ANNI SENZA PAOLO SERRA AVEVA DISEGNATO LA CITTA’ DEL FUTURO
Ricordare Paolo Serra è un sentimento spontaneo, pieno di ricordi e di situazioni. Il politico che più di tutti ha impersonificato Agropoli proiettata nel futuro immaginandola come la città da portare ad esempio. Lui amava la sua città per la quale ha gettato il cuore oltre ogni ostacolo innalzandola a capitale di un Cilento che già aveva immaginato alla sua maniera. Paolo Serra ha fatto il sindaco per due volte ricoprendo ruoli di grande importanza ma anche di grande impatto all’interno di un partito, la Democrazia Cristiana, la sua casa vera culturalmente idonea alla sua cultura e al suo modo di immaginare la politica. Grande oratore, ma soprattutto grande trascinatore, sfiorò l’elezione alla camera dei deputati nel momento del passaggio tra la prima e la seconda repubblica.
Ha dato un significato culturale ad ogni angolo di Agropoli. Uomo della gente ma anche delle istituzioni, della cultura ma soprattutto della socializzazione puntando sullo sport come crescita e come megafono per farla conoscere. Trent’anni avanti a tutti ha avuto un sostegno sempre pesante dalla sua famiglia tra le più importanti di Agropoli, ha dato un senso alle aspettative di una trasformazione tra il ventesimo e il ventunesimo secolo puntando decisamente sul nome di Agropoli. Forse il passaggio tra la prima repubblica e la seconda repubblica lo mise in difficoltà perchè i suoi valori Cristiani, umani, sociali, culturali la seconda repubblica non li ha valorizzati lui figlio del proporzionale puro e secco e quindi di un sistema politico prevalentemente scevro da appartenenze a coalizioni rabbracciate, e per lui che esaltava la cultura non ci sono stati confronti e sostegni alla sua altezza. Manca Paolo Serra, manca il suo carisma, il suo “esserci” sempre e per chiunque, per tutti, manca ad Agropoli come al Cilento. Manca alla politica oggi povera di idee e di prospettive. Ma c’è sempre con il suo ricordo, i suoi insegnamenti, la sua filosofia e il suo perbenismo totale. Difficile dimenticarlo perché Paolo Serra è presente con il suo trascorso breve ma intenso e per questo motivo la piazza centrale con tutto il rispetto al nome Vittorio Veneto va intitolata a lui. Oggi sono 8 anni da quel girono triste, ne passeranno tanti, 10,20,40 non cambierà niente. Rimane il rammarico, il dolore ma anche il suo saper far amare che lo ha reso immortale e vincente come sempre come a lui piaceva. Sergio Vessicchio