5 Novembre 2024

AGROPOLI,FILONE APPALTI NICOLA AULISIO SI DIFENDE: ” NOI PULITI E INTEGERRIMI DA 30 ANNI DIMOSTREMO LA NOSTRA INNOCENZA”

Nicola Aulisio è conosciuto come un imprenditore molto serio e capace in grado di mettere su un’azienda sicuramente tra le più virtuose. Ora però si trova a difendersi da rilevanze molto importanti mosse dai Pm e dalla guardia di finanza nel filone che ha portato alla custodia cautelare il sindaco di Capaccio Paestum e presidente  della provincia Franco Alfieri insieme ad altri 5 indagati tutti in custodia cautelare.

Turbata libertà degli incanti: è l’ipotesi d’accusa a carico di Nicola Aulisio, l’imprenditore di Cicerale, titolare della Cogea Impresit di Ogliastro Cilento. L’uomo di recente ha denunciato ben due atti intimidatori ai suoi danni,  Sono tre gli episodi che coinvolgono Aulisio: il primo risale all’11 aprile 2023, il secondo al 31 maggio 2023 e il terzo al 23 gennaio 2024. Per lui ieri è scattata la perquisizione della Guardia di Finanza per provare a chiarire alcuni aspetti del sistema Cilento. La Cogea sembra essere tra le ditte vicine ad Alfieri e al suo giro e infatti a lui sono stati subappaltati i lavori della Fondovalle Calore e del Sottopasso. Aulisio avrebbe anche confermato di aver intrattenuto rapporti con la Dervit per i lavori relativi all’ammodernamento della pubblica illuminazione di via Magna Grecia a Capaccio Paestum. Ieri mattina, gli agenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e la polizia giudiziaria hanno reperito ogni atto, documento e visionato PC sia presso l’abitazione dell’imprenditore sia presso gli uffici di sua proprietà. Già dall’intercettazione è emerso il rapporto tra Cogea e amministrazione comunale di Capaccio Paestum. La ditta si è infatti aggiudicata numerosi e remunerativi appalti, tra cui per l’appunto quello afferente a via Magna Grecia per sei milioni di euro, al sottopasso ferroviario per cinque milioni di euro e altri lavori. Un rapporto, quello tra l’imprenditore e l’ex sindaco, che va avanti da oltre vent’anni, quando Alfieri, allora sindaco di Agropoli, ha affidato alla ditta Cogea molti appalti importanti.

Per cui  arresti del 3 ottobre scorso a Capaccio Paestum fossero soltanto l’inizio di un terremoto giudiziario a largo raggio lo si era capito subito leggendo l’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Salerno ha ristretto in carcere Franco Alfieri e ai domiciliari la sorella Elvira, il capostaff Campanile, l’ingegnere Greco ed i vertici della Dervit De Rosa e D’Auria, rigettando anche le relative richieste di revoca o attenuazione delle misure cautelari, spedendo tutti gli indagati al Riesame (De Rosa e D’Auria sono ancora in attesa di conoscere cosa ha deciso il gip), in programma all’inizio della prossima settimana.

I due appalti della pubblica illuminazione nella città dei Templi, infatti, non erano gli unici finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura salernitana, che ieri ha messo sotto indagine politici, tecnici e imprenditori coinvolti in altre tre importantissime opere pubbliche ‘captate’, dalle Fiamme Gialle, nel corso delle intercettazioni, ovvero il completamento della Fondovalle Calore, dell’Aversana e il sottopasso ferroviario di Paestum, per oltre 55 milioni di euro.

È scattato così il secondo blitz alla ricerca di ulteriori elementi di prova, con perquisizioni presso uffici e domicili del consigliere regionale Luca Cascone, dell’imprenditore Nicola Aulisio, titolare dell’impresa Cogea Impresit di Ogliastro Cilento; del funzionario provinciale dell’Area Viabilità, Michele Angelo Lizio; del responsabile dell’Ufficio LL.PP. di Capaccio Paestum, Gianvito Bello; della dirigente comunale dell’Area Manutenzioni e rup, Federica Turi, e, ancora una volta, dell’ex capostaff di Alfieri, Andrea Campanile.

Un nuovo filone mirato a dimostrare, scrivono gli inquirenti, “un programma di contaminazione delle procedure ad evidenza pubblica oggetto d’indagine” per le quali “Alfieri si è adoperato al fine di ottenere un tornaconto di tipo personale”. Corposo il materiale acquisito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno in Comune, Provincia e Regione, che ora sarà passato al setaccio dagli inquirenti.

LA DIFESA DELLA COGEA IMPRESIT –  “Siamo estranei ai fatti e lo dimostreremo nelle sedi opportune”. Questa, in estrema sintesi, la difesa di Nicola Aulisio (nella foto), titolare della Cogea Impresit di Ogliastro Cilento, finita al centro del secondo filone d’inchiesta nell’ambito dei presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum e in provincia di Salerno, additata dagli inquirenti come “impresa di fiducia di Franco Alfieri”.

Aulisio, che è anche vicepresidente Ance Aies di Salerno e firmatario Ance del protocollo di legalità con la prefettura, ha infatti affidato ai social un commento sulla vicenda: “La Co.Ge.A. Impresit è sul mercato da 30 anni, durante i quali ha sviluppato competenze, serietà e credibilità, requisiti che l’hanno portata ad aggiudicarsi lavori in tutta la Regione, ancor prima in tutta Italia, e quelli appaltati a Capaccio Paestum valgono il 13% della quota complessiva – spiega l’imprenditore – la mia difesa sarà in tribunale, dove farò valere i miei diritti e, ne sono certo, la mia estraneità ai fatti contestati. Nel frattempo continuerò a portare avanti la mia attività, che garantisce lavoro a 40 famiglie e che, ovunque abbia lavorato, ha lasciato il profumo del proprio passaggio”.

Nell’ultimo mese, la Cogea Impresit ha subito due pesanti atti intimidatori su altrettanti cantieri in corso: a Mercato San Severino, sono state rinvenute bottiglie incendiarie a bordo di tre mezzi di scavo. A Salerno, invece, è stato rubato un escavatore. Entrambi gli episodi sono stati denunciati ai carabinieri, che hanno avviato le relative indagini. Aulisio ha dichiarato di non aver subito richieste di denaro ma di non avere alcuna intenzione di piegarsi ad eventuali minacce estorsive.

LE PAROLE DELL’IMPRENDITORE ATTRAVERSO I SOCIAL

Nicola Aulisio  affida ai social la sua dichiarazione per riferire sull’indagine nella quale è stato coinvolto queste le sue parole:

“1 la Co.Ge.A. Impresit è una azienda che da TRENTA ANNI è sul mercato. In questo “breve” lasso di tempo, “FORSE”, ha sviluppato competenze, professionalità, serietà, credibilità (provi ad informarsi), requisiti che la portano ad aggiudicare lavori (è il suo mestiere) in tutta la Regione, ancor prima in tutta Italia.
2 Pensi un po’, i lavori appaltati a Capaccio valgono il 13% della quota lavori aggiudicati dalla Co.Ge.A Impresit (ultima Aggiudica Verona).
3 Lei che si professa persona “per bene”, dovrebbe sapere che per ogni indagato vige la presunzione di innocenza, non la certezza di colpevolezza, emessa dalle sue sentenze dall’alto del suo status di miserabile.
4 Sempre dal suo Sratus suddetto, provi ad immaginare che tra qualche tempo (spero breve), la mia azienda e la mia persona vengano considerate (da un tribunale) estranee ai fatti. Ecco al mia delusione è che proprio il suo Status non le farebbe provare la minima vergogna sulle sue Allusive sentenze già di colpevolezza, che da frustrato, ha emesso.
Avrei da dirle tante altre cose, ma la mia difesa la farò in tribunale. Lì farò valere i miei diritti e li (ne sono certo), farò valere la mia estraneità ai fatti contestati. Lei invece potrà tranquillamente continuare, miseramente, ad emettere le sue misere ed allusive sentenze. Nel frattempo io continuo a portare avanti la mia attività che garantisce lavoro a 40 famiglie e che ovunque abbia lavorato ha lasciato il profumo del proprio passaggio.”

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