La location tra le più suggestive del Mediterraneo il Sea’n Clear di Guglielmo Stendardo con il quale Luca Palamara il più longevo e più giovane presidente dell’ANM l’associazione magistrati e dove è tornato dopo una sortita primaverile. Lo stesso Palamara ha tenuto a precisare la grande amicizia con Guglielmo Stendardo maturata nei primi anni di avvocatura dell’ex difensore di Lazio,Juventus e Atalanta quando era ancora in attività. Luca Palamara è arrivato il giorno dopo di Gratteri il procuratore anti ndrangheta il quale al castello il giorno prima aveva disquisito sugli affari della mafia calabrese e aveva evitata in grande stile di commentare la venuta di Palamara il giorno dopo a pochi metri da dove ha parlato lui. Palamara ha fatto ul rapido exursus nella stesura dei due libri “IlSistema” e “Lobby e Logge” nei quali emerge prepotente la figura di Gratteri tra le altre cose, magistrato che però l’ex presidente di ANM esalta per il grande ruolo e per la difesa dello Stato rispetto agli attacchi della ndrangheta.
Gennaio 2021: arriva in libreria Il Sistema, il dirompente libro-confessione in cui Luca Palamara rivela ad Alessandro Sallusti la verità indicibile sulle correnti e la spartizione del potere all’interno della magistratura. Il libro non solo diventa ben presto il caso editoriale e politico dell’anno; avvia una reazione a catena di dimissioni, ricorsi, sentenze che non fa che confermare il racconto di Palamara.Gennaio 2022: l’ex magistrato e il giornalista affrontano i misteri del “dark web” del Sistema, la ragnatela oscura di logge e lobby che da sempre avviluppa imprenditori, faccendieri, politici, alti funzionari statali, uomini delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, giornalisti e, naturalmente, magistrati. Logge e lobby che decidono se avviare o affossare indagini e processi e che, come scrive Sallusti, “usano la magistratura e l’informazione per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi altrimenti irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine propedeutiche ad altre e ancora maggiori utilità. Per cambiare, di fatto, il corso naturale e democratico delle cose”. Esiste davvero la “loggia Ungheria”, di cui farebbero o avrebbero fatto parte membri del Consiglio superiore della magistratura, imprenditori, generali della Finanza e dei Carabinieri, politici di primissimo piano? Perché, quando un faccendiere plurindagato e ben introdotto in troppe procure ne svela l’esistenza durante una deposizione, quel verbale finisce in un cassetto per due anni? Ancora una volta, le rivelazioni sconvolgenti di Palamara e Sallusti smascherano un mondo parallelo dilaniato al suo interno da inconfessabili interessi, che agisce dietro le quinte, su binari di legalità formale, e si infiltra pericolosamente nelle crepe del sistema giudiziario. E ad Agropoli Palamara ha affondato i colpi nelle reazioni, nello scossone e nella narrazione dii un sistema che rimane tale anche a ridosso di una lettura attenta e precisa.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.