15 Maggio 2025

CASTELLABATE,LIBERATO MICCOLI DEVE DIMOSTRARE AL PROCESSO DI NON AVER UCCISO LA MOGLIE

Liberato Miccoli

Non ha mai smesso di dire di non voler far male alla moglie.Agli amici ha sempre raccontato di amarla,di esserne innamorato e dell’incidente ha sempre detto che si è trattato di un fatto accidentale.Tutto questo Liberato Miccoli 55 anni dovrà ora sostenerlo davanti al tribunale di Vallo della Lucania dopo l’arresto avvenuto da parte dei carabinieri su ordine della procura della repubblica.Le indagini coordinate dal procuratore Itri e svolte dai carabinieri di Agropoli coordinati dal capitano Manna hanno convinto il giudice per le indagini preliminari  ad emettere l’arresto.Indagini molto complesse come ha spiegato lo stesso Itri in una conferenza stampa e ostacolate anche dalla  tempistica.L’episodio si è verificato il 20 maggio del 2015 mentre la donna è morta dopo 7 mesi il 29 dicembre 2015.Liberato Miccoli ha sempre portato dietro la foto della moglie Angela Della Torre come una reliquia sostenendo sempre al fatto accidentale.Non ha convinto ne i carabinieri ne il procuratore sulla sua versione.Le indagini si sono svolte tra mille difficoltà ,senza testimoni e con la scena del litigio rimossa  involontariamente.Solo attraverso l’autopsia gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il fatto e a decidere per il delitto e non per la spinta involontaria come testimonia il Miccoli.Il referto dell’autopsia parlerebbe di un cranio più volte a contatto con una superficie liscia,muro o pavimento,i carabinieri pensano al muro.Sarà il processo ora a stabilire la colpevolezza o meno e la validità delle accuse del pubblico ministero.La donna di 49 anni, di Castellabate, morì dopo sette mesi di agonia nell’ospedale di Telese Terme, in provincia di Benevento. I fatti relativi al litigio risalgono al 20 maggio del 2015 quando in un primo momento si ipotizzò un incidente domestico. Ed invece, Angela Della Torre, quel maledetto giorno, avrebbe litigato per l’ennesima volta con il marito. La lite probabilmente nata per motivi di gelosia da parte dell’uomo, si sarebbe conclusa con la spinta ai danni della malcapitata che sarebbe caduta e avrebbe battuto la testa. Ricoverata d’urgenza per emorragia cerebrale mori a fine dicembre del 2015. La versione del marito non convinse e dopo diverse indagini oggi sono scattate le manette ai polsi del 55enne.Fu l’autopsia a delineare le violenze subite dalla donna. É emerso che avesse numerose fratture e botte al capo. Nell’ultima lite, poi, il marito aveva più volte sbattuto la testa della moglie contro un muro, provocandole gravissime lesioni che poi sono risultate fatali. Al momento della brutale aggressione in casa non vi era nessuno. La coppia aveva quattro figli, tre maggiorenni e una bambina, l’unica che ancora viveva con i familiari. I militari, all’epoca dei fatti, ascoltarono anche la mamma della signora, la quale, però, dichiarò di trovarsi fuori casa e di non aver sentito nulla.

 

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