Sono passati 50 anni da qual 1973 io ricordo perfettamente quei giorni, da poco i miei si erano trasferiti in via Pio X, al palazzo Mainenti, ero un bambino che guardava all’ospedale di Agropoli girando lo sguardo alla mia destra. Ci fu un gran parlare su quell’apertura, apre l’ospedale dicevano tutti, lo ricordo come se fosse oggi. Si perché la clinica Malzoni era l’ospedale di Agropoli, era il punto di riferimento dell’intera città, era la risposta alla frustrazione che altri avevano l’ospedale e quindi lo aveva anche Agropoli. Nessuno pensava alla clinica Malzoni come una clinica, tutti lo chiamavano l’ospedale perchè era il nostro ospedale. Faceva tutto o quasi quello che fanno gli ospedali. Nessuno l’ha vista come una struttura privata ma tutti come il proprio ospedale. E dall’interno questa cosa ha sempre inorgoglito chi ci ha lavorato, chi ne ha speso tempo e impegno, chi ha rispettato il giuramento di Ippocrate. Basta chiedere alle generazioni immediatamente prima di quelle attuali e tutti lo guardavano come un ospedale a tutti gli effetti. Il nostro vero ospedale è stata la clinica Malzoni. E’ stata l’orgoglio sanitario per tutti noi. Nella pratica è stata la panacea di molti mali. La sua funzione l’ha svolta in toto colmando un vuoto pesantissimo per oltre 40 anni , aprendo le sue porte a tutti. Ma se la clinica Malzoni, oggi ha un altro nome ( ICM-Istituto Clinico Mediterraneo SpA) , ha ottenuto il successo è perchè chi l’ha sostenta e rappresentata vi ha buttato il cuore oltre ogni ostacolo. Tantissimi i medici che vi hanno svolto la loro missione, tanti i paramedici che vi hanno trascorso la vita e molti anche gli operatori che l’hanno coccolata, amata e preservata. La clinica Malzoni è stata anche una risposta a tanti posti di lavoro, a tanti professionisti e non che qui hanno trovato spazio e fortuna. I condottieri che più ci hanno messo la faccia sono senza ombra di dubbio medici imprenditori capaci di andare oltre la loro professione per tutelarla, rafforzarla e renderla sempre disponibile nelle risposte. Malzoni la ideò e la fece decollare ma uomini come il dottor Raffaele Carola, il prof Curzi, Cobellis, la dottoressa Strollo e il prof. Giuseppe Funicelli e tanti altri l’hanno guidata insieme ai loro colleghi professionisti in grado di metterla a pari passo con gli ospedali di paesi e città limitrofi. L’hanno portata a livelli altissimi e quando si entrava si aveva sempre la sensazione di trovarsi in un ospedale e non in una clinica non pubblica. Questo dovuto anche anche alla grande professionalità di chi c’era dentro, al modo di agire e di rapportarsi con il pubblico piuttosto che con chi ne aveva bisogno. Tante volte abbiamo scritto di questa struttura a noi tutti familiare per quello che ha rappresentato, che rappresenta e che rappresenterà, e questa città non finirà mai di ringraziare chi l’ha portata avanti, fatta crescere ed esaltata e anche oggi che ha un ruolo, purtroppo diverso, ha il merito di dare servizi importantissimi. Oggi è passata nelle mani di Patriciello un leader nel campo ospedaliero sanitario con alla guida importanti professionisti che hanno raccolto il testimone di chi è venuto prima di loro. L’attuale establishment è la continuità con il passato non solo nella professionalità ma anche nell’amore verso la struttura visto che alcuni dei vertici sanitari attuali sono figli proprio di coloro che l’hanno fatta crescere e consolidare. Prima che si inaugurasse l’ospedale civile la Malzoni era un ospedale vero e affermato, dopo l’apertura del nosocomio della Marrota la Malzoni si è dovuta adeguare ed ha dovuto cambiare parte dei suoi indirizzi per non essere una copia dell’ospedale, ma la beffa della chiusura dell’ospedale di fatto toglie ad Agropoli l’ospedale e la ex Malzoni non svolge più il ruolo che aveva prima che aprisse lo stesso ospedale. Il danno oltre la beffa che priva la città di Agropoli di servizi essenziali sanitari. Sono passati 50 anni da quei giorni di inizi anni 70 quando Agropoli aveva poco più di 10.000 abitanti, quell’inaugurazione oggi diventa ricordo e storia ma anche cultura perchè studiando il lavoro e l’impegno di chi ha dato ad Agropoli risposte sanitarie concrete in 50 anni si possono ritrovare le strade giuste per tornare ai fasti di un tempo. E quando ogni cittadino, in qualsiasi parte della città si trova, guarda alla sua destra e alza lo sguardo c’è sempre lei la ex Malzoni ferma, bianca, perentoria come una madre che non perde mai di vista i suoi figli. Sergio Vessicchio