UN AGROPOLESE DI CUI ANDARE FIERI ED ORGOGLIOSI, GIULIO MAINENTI CON BRUNO VESPA DA ZELENSKY
Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky oggi è uno degli uomini più popolari e importanti del mondo. Bruno Vespa il giornalista italiano più importante è andato in Ucraina per intervistarlo nel pieno del conflitto e la trasmissione di Porta a Porta è andata in onda martedì scorso. Con Bruno Vespa c’era Giulio Mainenti per i sottotitoli Giulio Mario Mainenti il suo nome completo. Giulio è di Agropoli è uno dei più stretti collaboratori di Bruno Vespa e da quasi ventanni lo assite in Porta a Porta la trasmissione italiana più seguita e più importante e tra i migliori talk show d’Europa, la più completa e la più seria. Giulio si forma a Radio Agropoli in via Carmine Rossi con Aurelio Pecora prima di passare armi e bagagli alla corte di Paolo Serra nel 1984 il quale aveva aperto Teleagropoli e fa coppia con Attilio Rizzo oggi uomo pilastro di Stile Tv.
Giulio Mainenti forma i suoi collaboratori tra i quali Michele De Cocinis oggi a Sky e tanti altri. La sua bravura si vedeva lontano mille miglia, giovanissimo parlava di internet e computer quando nessuno aveva il coraggio di parlarne, usava le telecamere di tutti i tipi e di tutte le marche con estrema disinvoltura, bravissimo nel montaggio, passava dai sistemi “vhs” a “tre quarti”facilmente in un epoca di trasformazione tecnologica oggi ormai solo un ricordo. Non gli mancava la fantasia con la quale riusciva a completare e arricchire la richiesta televisiva. Era il pupillo di Paolo Serra, serio educato, mai banale,sempre istituzionale riuscì in poco tempo ad esaltare una piccola emittente come telegropoli trasformandola in una voce importante e un contenitore ricco. Non gli mancavano le passioni, la sua mitica vespa bianca e le cassette di Rondò Veneziano erano i segni riconoscibili fuori dal lavoro di quel giovane stimatissimo ad Agropoli oggi diventato uomo e pilastro di Porta a Porta. Di Giulio Mainenti Agropoli deve andare fiera. Giulio di pagine belle per la sua carriera ne deve ancora scrivere tante. Sergio Vessicchio