US AGROPOLI, CERRUTI IL CENTENARIO E GRAVINA
Senza ombra di dubbio Domenico Cerruti rappresenta uno dei dirigenti che ha dato moltissimo al calcio Agropoli senza dimenticare compianti predecessori che all’Agropoli hanno dato tantissimo. Ogni persona che è stata alla guida dirigenziale dei delfini ha dato il suo contributo, chi più chi meno ma tutti hanno aiutato a scrivere la storia. Una storia riconosciuta dal massimo esponente del calcio italiano appena decorato da un successo inatteso, insperato ma costruito proprio dall’avvento di Gravina dopo la disfatta dei mondiali, la vittoria degli europei. Gravina è stata la stella che ha colorato i 100 anni di storia, è stata la luce che ha illuminato la storia. E Gravina è arrivato ad Agropoli per celebrare la matricola dell’Agropoli la numero 860 mai cambiata, mai fallita, grazie ai buoni uffici di una persona che Agropoli non dovrà mai dimenticare, Domenico Cerruti il quale ha dato l’anima per il delfini, lo ha riportato in alto, lo ha reso forte e affascinante in perfetta sintonia con la storia rivalutando il lavoro di tutti i presidenti. Il merito di Cerruti è quello di aver esaltato l’Agropoli al di sopra di ogni limite, affrontando molti ostacoli, anche interni, e lavorando a 360 gradi per tenerlo in vita. Cerruti rappresenta tutti i presidenti e i dirigenti della storia dell’Agropoli, ne è stato all’altezza, è il più longevo con il suo record di tempo passato alla guida dell’Agropoli in questi 100 anni. Schivo, mai protagonista, molto aperto ha messo tanti soldi nell’Agropoli con fortune alterne ma sempre operando in buona fede scacciando i fantasmi di un calcio sporco e pericoloso che proprio Cerruti ha respinto tenendo pulita la fedina penale di una squadra che arriva ai 100 anni gloriosamente.
Cerruti è stato un interprete fedele della squadra che i nostri nonni hanno fondato e si è sentito in dovere di festeggiare i cento anni con Gravina arrivato grazie a lui. Per Agropoli festeggiare il centenario è come vincere tre campionati di seguito, non ha prezzo, non c’è niente di meglio. E la mente corre ai delfini che in questi 100 anni hanno vestito la gloriosa casacca agropolese, dal campo della dlf, al mitico e mai dimenticato Landolfi con le sue palazzine fino al Guariglia lo stadio principe del Cilento costruito anch’esso con i sacrifici degli agropolesi, eravamo ragazzini sognatori quando ci chiamarono a strappare con le nostre mani l’erbacce di una foresta in un terreno di un altro personaggio che ha dato il cuore e l’anima per l’Agropoli, Raffaele Pannullo, per costruirci il campo di oggi. Giocatori spersi in tutta Italia, tanti non ci sono più, capaci di portare in alto il nome della città con le loro gesta. Siamo certi che tutti i giocatori dell’Agropoli in questo 2021 hanno avuto un pensiero per questa città, per questa maglia, per il delfino. Peccato non averli potuti convocare sarebbe bastato un solo annuncio da parte del comune o di un comitato ad hoc per il centenario che non hanno voluto fare. Per fortuna c’è stato Cerruti con questa giornata del 25 agosto. La storia è lunga da raccontare non possiamo farlo ora, ma questa storia continua grazie anche a gente come Ceruti e i suoi predecessori. Nelle scuole, al comune, nei settori giovanili bisognerebbe raccontare la storia dell’Us Agropoli, ci sarebbe più amore, più vicinanza, più attaccamento ai colori. L’Agropoli non rappresenta solo una squadra di calcio come in molti hanno cercato di far passare sfruttandola come interesse personale, rappresenta l’essenza, il significato, la vita della città. Questo Cerruti lo ha compreso, Gravina lo ha benedetto. Buon centenario a tutti coloro che credono all’Agropoli come espressione di Agropoli. Buon centenario a Cerruti con un semplice ma sentito grazie. Sergio Vessicchio