US AGROPOLI TESTA AL MERCATO VIA GLI ESUBERI STALLONE CESANI E SANNIA ERANO ARRIVATI PER FARE NUMERO
L’allenatore dell’Agropoli Ambrosino con il suo suo vice Ciardiello e tutto lo staff stanno facendo un lavoro mai visto. In una situazione difficilissima con la stagione cominciata a fine settembre stanno portando avanti l’Agropoli in maniera straordinaria facendo sacrifici e mettendoci un grande impegno per rimettere in sesto una situazione ormai al collasso con l’Agropoli sul punto di scomparire. Ugo Schiavo ha sudato le proverbiali sette camice per dare un volto alla squadra che oggi veleggia al centro della classifica ma che potenzialmente può arrivare anche seconda se si aggiusta la situazione. Romano, Calvanese, Romaniello e Sannia I costituiscono una difesa brillante da categoria superiore, il rendimento di Gaita a centrocampo è stato brillante ma ora il giocatore risente della mancanza di compagni in quel reparto e sta crollando, Rimoli,Rabbeni e il gioiellino Onesto stanno facendo cose egrege, per il momento l’attaccante argentino Corado è stato un autentico fallimento, tra infortuni, assenze per influenza ed errori marchiani davanti alla porta ha di fatto fallito. Scadente anche l’apporto di Raucci con l’eccezione delle partite di Sant’Antonio Abate e Capaccio contro la Calpazio tanto è vero che Ugo Schiavo e l’allenatore lo hanno messo in lista di sbarco anche perchè la società è ampiamente risentata nei suoi confronti perchè lo etichetta un capo popolo all’interno dello spogliatoio e questo non va giù. Donato Capozzoli sta recuperando piano piano, i tecnici lo stanno gestendo al meglio dosando le sue prestazioni che crescono di partita in partita, il goal contro la Calpazio è stato importantissimo anche se arrivato su rigore, la sua voglia di tornare a buoni liveli farà la differenza nel ritorno insieme alla sua grande caratura tecnica. Si vede che è nettamente superiore a questa categoria anche a mezzo servizio. Il fallimento arriva da tre calciatori che vanno immediatamente allontanati dalla squadra perchè al massimo possono giocare in seconda categoria, sono stati presi tutti e tre perchè a fine settembre non c’erano giocatori disponibili ma hanno reso al di sotto dello zero. Stallone, Cesani e Sannia II sono scarsi non possono giocare nell’Agropoli e non si può offendere l’allenatore, lo staff tecnico, il resto della squadra tenendoli dentro. Fanno abbassare il livello della squadra. L’Agropoli deve centrare il secondo posto per cui in questa finestra di mercato deve mandarli via e sostituirli con giocatori quanto meno di categoria anche per dare al bravissiomo allenatore la possibilità di poter schierare una squadra competitiva e se fino ad ora ha fatto di neciessità virtù ora la società gli deve mettere a disposizione degli elementi all’altezza. Quindi questi tre devono andare via e se ne rimane uno solo tra Stallone, Cesani e Sannia II vuol dire che la scelta non si tratta di natura tecnica ma saranno intervenuti altri fattori, forse bisogna fare dei piaceri a qualcuno. Stessa cosa vedasi per gli elementi della juniores, non si spiega il taglio di Prearo giocatore di livello superiore con un curriculum in settori giovanili prestigiosi mentre vengono convocati elementi che con il calcio c’entrano poco, forse per qualche strana imposizione. La juniores quest’anno si sta rivelando fine a se stessa senza aiutare la prima squadra. Questa è l’us Agropoli non una tarantella o una squadra dove devono giocare raccomandati o amici degli amici. Si diano tutti una regolata e sul mercato si reperiscano under in grado di poter entrare in campo altrimenti va detto prima. Cerruti parla di secondo posto e se secondo posto deve essere tutti si rimbocchino le maniche e comincino a lavorare seriamente. L’Agropoli non può essere un parcheggio ma è una squadra di calcio seria, con oltre cento anni di storia e un finanziatore che ha già cacciato fior di quattrini, gettare al vento la stagione per far giocare scarsoni o raccomandati ci sembra irriverente, irrispettoso e irriguardoso verso il presidente, verso l’allenatore e lo staff, verso la città e la tifoseria. Sergio Vessicchio