BATTIPAGLIA, SEI ANNI FA LA TRAGEDIA DI ULISSE BUSTI


Oggi Ulisse avrebbe avuto 33 anni, e sarebbero stati 33 anni di bontà. Il tempo per lui si è fermato a 27 anni la sera di quel 30 agosto 2016 a pochi metri da casa sua. Momenti di angoscia indimenticabili che riviviamo mentre scriviamo, a notte fonda, queste parole. E fu uno shock per tutti vista la popolarità di cui godeva Ulisse a Battipaglia insieme alla sua bella famiglia alla quale l’assenza di Ulisse fa male ogni momento, ogni minuto. E come fa male agli amici, alla gente, ai conoscenti. Una ferita sempre sanguinante e non si rimargina. Di Ulisse abbiamo scritto di tutto e di più, ragazzo eccezionale di cui da sempre ne abbiamo decandato la simpatia, la disponibilità, il sorriso. Quest’anno poi la tensione si taglia a fette, troppo fresca ancora la morte di Pippo Viscido suo fraterno amico. Pippo dedicava lunghi post a Ulisse sui social e gli ha dedicato la parte alta del suo profilo facebook. Pippo era rimasto, come tutti, sconvolto dalla morte di Ulisse e mai a pensare che avremmo dovuto piangere anche per la sua. Ancora non sembra vero, ma è vero. E quanto è dura questa realtà. Difficilissimo è stato immaginare una Battipaglia senza Ulisse, difficilissimo immaginare una Battipaglia senza Pippo. Passare per Battipaglia è diventato angosciante perchè la memoria non si discosta mai da queste perdite.
Ragazzi giovani, seri, onesti, con famiglie eccellenti. I lettori ci consentano queste personali esternazioni, in fondo il blog è anche un diario. In questi momenti è solo un diario dove poter scrivere di due giovani di cui abbiamo avuto il piacere e l’onore di essere amici , come tanti altri, andati via troppo presto. E non c’è stata una sola volta che andando a Battipaglia o passando per la capitale della piana del sele la mente non sia andata a Ulisse. E non c’è stata una sola ora in cui la mente non arriva a Pippo da quando ha deciso di andare via. E ci chiediamo il perchè, il per come senza avere una risposta. E la memoria corre alle notti in cui con Pippo si discorreva per trovare i nostri perchè, le lunghe notti passate a confrontarci, a risolvere l’uno i problemi dell’altro. Mi raggiungeva ad Agropoli ad ogni ora quando era libero e le giornate si riempivano di gioia tanta era l’affetto e il bene che ci scambiavamo. Alle cose da pazzi come ragazzini come quando di notte mi veniva a prendere a Telecolore dopo una trasmissione, o fermo in studio a guardare da dietro le quinte il commento da studio di un Lecce-Salernitana con Franco Esposito telecronista e io il commento tecnico, o come l’abbraccio sul porto di Napoli quando Pippo partì per Leonforte per andare a giocare nell’entroterra catanese ai piedi dell’Etna. O come quando veniva a mancare l’ospite in una trasmissione e per non farmi fare il vuoto veniva a fare i commenti delle partite magari dopo essere stato li la settimana precedente. E tanti altri ricordi che ci sovvengono alla mente e ci chiediamo Pippo perchè, senza risposta. Ulisse perchè, senza risposta. Più passa il tempo e più l’angoscia si fa grande. Non sembra vero. Alle famiglie di Ulisse e Pippo che conosciamo bene, il nostro pensiero, il nostro affetto. Dificile andare avanti perchè Ulisse e Pippo sono due persone troppo belle. Usiamo il presente perchè Ulisse e Pippo sono vivi, sono con noi. Sergio Vessicchio
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