13 Giugno 2025

GIORNALISMO SALERNITANO IN LUTTO, E’ MORTO ELIO LANCELLOTTI MITICO SEGRETARIO DI REDAZIONE

Solo chi no ha vissuto le redazioni, i giornali e non può capire figure come Elio Lancellotti(aveva 65 anni) cosa significano per un giornalista o collaboratore in erba o un giornalista esperto e già navigato. oppure un normale redattore. La figura del segretario di redazione è importante come nel calcio il massaggiatore, piuttosto che il magazziniere o il mediano dietro i big, o il Girardengo nel ciclismo. Ed Elio Lancellotti era proprio l’incarnazione perfetta del mediano. Il segretario di redazione per chi ama questo lavoro è l’uomo dell’ultimo momento, della frettolosa corrispondenza, del filtro verso il direttore. Il Salernitano di Gigi Casciello, Cronache del mezzogiorno di Tommaso D’Angelo sono state le sue regie, le sue anime, le sue postazioni e tanti colleghi in queste ore stanno ricordando Elio con molti epiteti, con tanti momenti vissuti. In quelle redazioni che erano e sono palestre sono cresciuti fior di giornalisti, altri hanno abbandonato, tanti sono ancora con la penna in mano.

La triste notizia ha lasciato tutti di stucco sconfortati da questa verità che fa tanto male ai cronisti salernitani, in una città che ha attraversato tanti momenti politici, sportivi, di attualità, si è trasformata, è cresciuta, ha fatto qualche passo indietro e ora contempla la sua squadra in serie A. Per tutti i colleghi con Elio se ne va un pezzo di storia personale, un uomo presente sul cammino di ognuno perchè stava nel lavoro di ognuno, nella vita di ognuno. Siamo vicini a tutti i giornalisti che hanno lavorato a stretto contatto con lui e oggi lo piangono. Struggenti le parole di Gigi Casciello: “Elio caro, ci siamo voluti un gran bene e il dolore e’ troppo grande per parlare, raccontare, ricordare quanto mi sei stato amico. Elio caro, non doveva finire così, con le tue sofferenze che ho appreso solo ora insieme alla notizia del tuo addio portandoti dietro parte di me, di ciò che abbiamo vissuto, della nostra amicizia, del nostro soccorrerci. Non doveva finire così per un uomo di straordinaria dignità come te. (Si’, perché Elio Lancillotti era un signore d’altri tempi: generoso, elegante, con un’ironia rara, geloso della nostra amicizia, dolcissimo con i miei figli). E non riesco a darmi pace per non aver saputo, per non aver dato un senso al tuo silenzio. Ora non mi resta che pregare, come ogni giorno facevi anche tu. E mi conforta solo la certezza tu abbia trovato la pace nell’abbraccio di Cristo.” Dopo queste parole non c’è più nulla da dire ma solo una profonda riflessione su cosa è questo lavoro, quale sentimento genera e quale suggestione afferma ora dopo ora. Sergio Vessicchio

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