9 Settembre 2024

IL NUOVO ANNO A BRUXELLES

Europa, cosa aspettarsi dal 2022

L’Unione Europea aveva chiuso il suo annus horribilis, ossia il 2020, con uno spiraglio di ottimismo. L’inizio delle vaccinazioni anti-Covid che sono scattate in tutto il Continente il 27 dicembre. A fine 2021 l’Europa è di nuovo in pieno allarme pandemico, rinvigorito dalla proliferazione della sua variante Omicron ed un ritorno dei lockdown che ricordano i mesi più cupi dell’emergenza sanitaria. La situazione, per fortuna, è decisamente diversa  rispetto al 2020, sia per quanto è successo nel 2021 e, soprattutto, per quanto ci si può attendere dal 2022. Parliamo dei successi del 2021, in cui l’Unione aveva iniziato a rilento la sua campagna di vaccinazioni, facendo vacillare a più riprese la commissione guidata da Ursula Von Der Layen. Nell’arco di qualche mese lo scenario è stato ribaltato, portando la campagna di Bruxelles e dell’intera Europa a ritmi di somministrazione più elevati di quelli di Usa e Regno Unito. Il maxi-piano di rilancio dell’economia europea che prende il nome di Next Generation Eu, è entrato in funzione, sbloccando i primi fondi di in bozooka da 750 miliardi di euro. L’economia del continente si è rimessa in moto, con un rimbalzo vigoroso anche per il tradizionale fanalino di coda delle rilevazioni. Stiamo parlando, appunto, dell’Italia, che è stata data in crescita dalla Commissione Europea ad un ritmo del 6,2% nel 2021, rispetto al solo 5% dell’Eurozona. Bruxelles ha ripreso in mano anche le sue condizioni geopolitiche con l’annuncio della nascita del Global Gateway, che consiste in un progetto da 300 miliardi da destinare ad infrastrutture e che cerca di sfidare frontalmente la via della seta cinese. Naturalmente, ci sono tanti ostacoli che si presentano per il 2022, dato che, non tutto, ovviamente è andato nella direzione sperata. Il 2021 ha lasciato in eredità diverse incognite che diventeranno terreni di confronto e scontro per la costruzione comunitaria nel 2022. La mobilità si è incagliata sulle varianti del Covid, con la frammentazione dei 27 in merito al Certificato digitale. Il Green Pass, il quale avrebbe dovuto ripristinare la libertà di circolazione nei paesi dell’Unione, si è disperso e scisso in una babele normativa che ha irritato anche la Commissione. La stessa ripresa economica è minacciata dalla proliferazione di varianti del Coronavirus, facendo traballare le stime più ottimistiche e spingendo alcuni a portare sul tavolo l’ipotesi di metodizzare Next Generation Eu. Restando sempre con il discorso in merito alle spaccature, andrà seguito da vicino l’evolversi dei rapporti interni dei 27 paesi capaci di agitare gli animi fra leader nazionali. Il pacchetto ambientale Fit-for-55, la revisione del Patto di stabilità, il futuro energetico della Ue, dopo e durante la crisi in corso, i vari dissidi fra Commissione ed asse dell’Est, tra le quali spiccano Polonia ed Ungheria, sullo stato di diritto, il posizionamento di Bruxelles sullo scacchiere internazionale fra Usa, Cina ed altri fronti aperti. Tra questi, c’è l’Africa, in vista del summit fra Unione Europea ed Unione africana previsto proprio a Bruxelles a febbraio. Il timone del primo semestre è nelle mani della Francia di Emmanuel Macron, proiettato sulla doppia sfida che lo attende in pochi mesi e che consiste da un lato nel consolidare la sua leadership su scala comunitaria, consolidando assi già esistenti con il neo-cancelliere tedesco Olaf  Scholz ed il presidente del consiglio Mario Draghi. Dall’altro lato incombe l’avvicinarsi del voto del 10 e 24 aprile 2022, che sarebbe il momento della verità per una riconferma oggi insidiata dalla concorrente neo-gollista Valerie Precresse. Si annuncia un’agenda che non sembra delle più semplici, ma quella dell’anno che sta per chiudersi lo era ancora di meno. Forse, visto che le certezze sono sempre minori. Soprattutto a Bruxelles. Guido Paolo Honarati Borgia

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