IL PROGETTO EVERSIVO DEI 5 STELLE: RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI
(Giovanni Coscia) – A tutti può sembrare un’idea fantastica se non geniale. Ma la verità è stata nascosta a tutti e così il progetto dei 5 stelle, ovvero la presa per il culo nei confronti degli italiani, si avvia verso il suo irregolare percorso. Stiamo parlando del referendum del prossimo 20 e 21 settembre. Quello della proposta sulla riduzione dei parlamentari. Ma la verità sta da tutt’altra parte. Esaminiamo piano e con attenzione cosa si nasconde dietro questa farsa grillina. Premetto che se oggi dovessero chiedere a chi scrive l’articolo e lo firma, un parere sulla classe politica che ci governa e sui membri dell’attuale parlamento, senza dubbio alcuno, risponderei che la maggior parte andrebbe rispedita nelle proprie case, o magari ritornare a fare i cassieri in un supermercato. Una manifesta incapacità. Considerato che gli italiani, però, sono chiamati a rispondere il prossimo 20 settembre, non riguarda la necessità di cambiare l’intera classe politica, ma solo quello di ridurre il numero dei parlamentari. Vale il principio, quindi, che non si deve gettare il bambino a causa dell’acqua sporca. In questo caso il bambino rappresenta i cittadini nelle istituzioni. Perché bisogna VOTARE NO al referendum sul taglio dei parlamentari? Il taglio infatti, ha come obiettivo di sgretolare la Repubblica della nostra COSTITUZIONE, riducendo la rappresentatività del parlamento. Trattasi in pratica, per chi non lo comprende, di un progetto EVERSIVO della forma di governo. Ovvero del rapporto tra istituzioni centrali. Dopo il passaggio dal proporzionale al maggioritario; dopo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti; dopo la sostituzione delle preferenza con liste “bloccate” e chiuse, tocca ora al taglio dei parlamentari. Si realizza il SOGNO DELLA P2 di LICIO GELLI che diventa realtà, grazie ai grillini. I padri costituenti, nel 1948, avevano parametrato il numero dei parlamentari alla popolazione: un deputato ogni 80mila abitanti ed un senatore ogni 200mila. La revisione costituzionale del 1963 ha fissato il numero totale a 945 parlamentari, di cui 315 Senatori, e 630 deputati, corrispondenti, oggi, ad un deputato ogni 96mila abitanti ed un senatore a 185mila abitanti. Or dunque, se dovesse vincere il SI al referendum, sparirebbero 115 senatori e 230 deputati, portando il totale dei parlamentari da 945 a 600. Col pretesto di risparmiare 57 milioni di euro ogni anno, ovvero, lo 0,006% della spesa pubblica Italiana, viene dimezzata la rappresentanza popolare in parlamento. Una limitazione inaccettabile della sovranità. Tanto discussa. A maggior ragione perché è auto-imposta. Eppure l’Italia è già uno dei paesi a più basso rapporto tra popolazione e parlamentari Si tratterebbe quindi, di una scelta che definire “AUTOLESIONISTA” è poca cosa. In pratica se dovesse vincere il SI, è come recidersi i genitali. Comporterebbe quindi, il dimezzamento del valore e del peso di ognuno dei nostri voti. E così affermava il presidente dell’assemblea costituente UMBERTO TERRACINI….” QUANDO SI VUOLE DIMINUIRE L’IMPORTANZA DI UN ORGANO RAPPRESENTATIVO, SI COMINCIA SEMPRE COL LIMITARNE IL NUMERO DEI COMPONENTI. E bisogna quindi comprendere che basta diminuire lo stipendio dei parlamentari di soli 100 EURO AL MESE, per avere una riduzione della spesa mensile parlamentare di oltre 100mila euro mensili, E se fossero 200 euro in meno di stipendio? Beh, avremmo un risparmio mensile di oltre un milione e mezzo di euro mensili…… fate voi i calcoli, perché potrebbero ridursi lo stipendio di soli 500 euro mensili, poveracci. E non lasciatevi prendere per il culo, l’ennesima volta, dai fottuti grillini.