LA RIVOLUZIONE DELL’RNA: SIAMO ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA DELLA MEDICINA?

Due illustri scienziati spiegano come l’avvento di questa nuova scoperta possa portare alla sconfitta di numerose e gravi malattie, compreso il Covid
I vaccini a base di Rna, che si stanno attualmente utilizzando per combattere la pandemia, stanno avendo un ruolo decisivo per contrastarla. Non sono però arrivati dal nulla, ma sono frutto di decenni di ricerca e segneranno forse una vera rivoluzione per la medicina, e non solo nel campo delle malattie infettive. Roberto Burioni, ordinario di Microbiologia e virologia all’Università Vuta-Salute San Raffaele di Milano e Stefano Gustincich, responsabile del Central Rna Laboratory, istituto italiano di Tecnologia e direttore del Centro Medicina personalizzata preventiva e predittiva del CMP3vda di Aosta, spiegano il perché di questa rivoluzione. Si è assistito ad una specie di miracolo della scienza, secondo alcuni paragonabile a quello della penicillina, il che ci porta a pensare di essere di fronte all’alba di una nuova era nella medicina. Non esistevano vaccini nati in meno di 6 anni, dato che, in media, per creare un siero occorrono 10-12 anni. Il 9 novembre 2020 uscì il dato Pfizer sulla sua efficacia, che era pari al 90%. Un risultato stupefacente. Una settimana dopo uscirono i dati del preparato Moderna, che risultavano simili. Il professor Burioni ricorda il giorno del vaccino contro la poliomielite, quando tutte le campane degli Stati Uniti suonarono a festa. In passato l’Rna non è stato facile da maneggiare. L’arma contro il Coronavirus è stata realizzata in tempi inimmaginabili. Si tratta di una rivoluzione simile alla scoperta della penicillina o dei Raggi X. Questo tipo di vaccino è stupefacente per due motivi: la sua sicurezza, dato che su miliardi di dosi si registra 1 caso di miocardite ogni milione di persone e, per l’efficacia che ha dimostrato sulla popolazione anziana, la quale, solitamente ha un sistema immunitario meno reattivo nei confronti proprio dei vaccini. Rispetto alle prospettive che apre la nuova tecnologia, Burioni si è dimostrato ottimista ed ha dichiarato che il siero è rapido ed economico rispetto agli altri, ad esempio quelli basati su proteine o virus. La reazione chimica è facilmente riproducibile e potrebbe servire contro i virus che, finora, non hanno trovato vaccini per contrastarli, come, per esempio, nel caso dell’Hiv, o nel campo dei tumori. Si tratta di una scoperta, a suo dire, dieci volte più importante del viaggio dell’uomo sulla Luna. Questa pandemia è stata terribile e continua ad esserlo, ma potrebbe lasciarci in eredità una tecnologia che potrebbe rendere curabili moltissime malattie che oggi non hanno speranza. Il professor Gustinchich ha illustrato in un incontro al Tempo della Salute le caratteristiche dell’Rna, che alcuni scienziati considerano la prima molecola della vita. Ha affermato che dentro il genoma abbiamo delle unità di informazione chiamate geni, che hanno una sequenza e danno vita a molecole Rna con un processo che si definisce trascrizione, perché il linguaggio dell’Rna e diverso da quello del Dna, dato che è come se parlassero un dialetto diverso. L’Rna deve essere a sua volta tradotto in una proteina, perchè la lingua di queste proteine contiene 20 lettere che sono gli amminoacidi. Il dizionario è il codice genetico. In sostanza il Dna viene trascritto in Rna messaggero, che porta nella cellula, la quale si trova nel ribosoma e non nel nucleo, le istruzioni per far produrre alla cellula stessa le proteine. Nel casi di Coronavirus o Sars-Cov2 L’Rna del vaccino produce la proteina spike, che risulta essere quella il virus usa per entrare nell’organismo umano. Questo segnale viene riconosciuto dal sistema immunitario che si attiva contro il virus. Il professor Gustincich, nel suo laboratorio, studia, anche gli Rna non codificanti. Questi ultimi risultano essere 35.000 geni che non sono stati trovati nella prima codifica del genoma umano, perché, appunto, non codificavano. Si è scoperto, però lo stesso, che funzionano con Rna ed assemblano organuli e regolano l’espressione genica. Il professore sostiene che anche loro potrebbero essere potenzialmente dei farmaci. Il professor Burioni ha raccontato la rocambolesca storia di come sia giunti alla scoperta, molti anni fa, dell’ Rna. Agli inizi degli anni ’90 la scienziata Katalin Karikò riuscì a far nascere in vitro una cellula derivata dalle istruzioni immesse nella molecola mRna. Era però instabile, questo Rna, ed era qualcosa che il nostro organismo non tollerava e che mandava un segnale di pericolo allo stesso organismo che lo scambiava come virus. Dava problemi quando lo si sperimentava sui topi. Le ricerche si arenarono, ma la Karikò non si diede per vinta. Nel 2005, assieme al collega Andrew Weissman, capì come fare in modo che il segnale non partisse più ed insieme modificarono l’Rna. La scoperta, però, rimase senza sbocchi per anni fino a quando nel 2013, il fondatore della BioNTech, Ug ur Sahin, che voleva utilizzare l’mRna per creare vaccini anticancro offrì un lavoro a Katalin Karikò, che sviluppò il vaccino anti Covid. Gustincich spiega quale sia la portata esatta di quest’uso della tecnologia Rna. Dall’invenzione al banco del farmacista, il preparato può arrivare a costare 2 miliardi. Le molecole Rna non solo fanno produrre proteine al nostro corpo, ma sono anche in grado di disattivarle. Moltissime malattie, come i tumori, sono dovute al malfunzionamento delle proteine e noi le conosciamo bene. A tavolino possiamo disegnare molecole Rna che si appaiano soltanto con la molecola che vogliamo inattivare. Oggi si è anche capito come mandare l’Rna al fegato, ad esempio, ed inibire la proteina che non va. Resta da capire come trasportare le molecole nel cervello o in altri organi. Abbiamo dovuto attendere ben 25 anni, ma ora ci sono ben 500 trials di nuovi farmaci basati su questa tecnologia. Se prendiamo tutti i farmaci approvati sappiamo che hanno come bersagli 1.000 proteine, cioè 1.000 geni corrispondenti al solo 5% del genoma. Noi possiamo interagire solo con questi, ma se noi usassimo la terapia Rna possiamo arrivare a qualsiasi parte del genpma umano con costi inferiori a quelli attuali di sviluppo dei farmaci, ed in tempi molto brevi. Il professor Burioni traccia il quadro di un futuro che potrebbe essere prossimo ed afferma che possiamo far produrre una proteina dentro una cellula, inibire la replicazione e portare anticorpi dentro la cellula. Può trattarsi di una qualsiasi proteina, appartenente, ad esempio, ad un virus o ad un tumore. Si tratta, davvero, di una nuova frontiera per le malattie. Di solito, le proteine ricombinanti sono prodotte a partire da cellule di insetti e di lieviti, e sono simili a quelle originali, ma non sono uguali. Adesso possiamo bloccare anche le proteine che portano alle malattie, anche quelle più gravi. Si tratta di una nuova era e di un momento di grande entusiasmo. Guido Honorati Broggi