8 Febbraio 2025

Di Giovanni Coscia.La vita è cambiata. Due soli mesi, hanno messo a nudo l’incapacità di un governo alle prese con decreti che scorrono a fiumi, senza che gli stessi, diano soluzioni o quanto meno forniscano elementi per una vita post covid19, all’insegna di un ritorno alla normalità. In pratica, stiamo vivendo una trasformazione tecnicistica ed evoluzionistica in questa direzione e, si stanno mettendo da parte le singole personalità degli umani. La TV già parla di sostituzioni alla vita con sedicenti robot, privi di anima, di affetto, di amore ed ogni altro “suppellettile” che le decisioni altrui, stanno imponendoci. Si, suppellettili alternativi alla nostra vita, nulla più. E il mondo, dal punto di vista tecnicistico, cresce smisuratamente, nel mentre, noi umani, saremo, sembra, relegati ad un ruolo secondario e costretti nostro malgrado ad uniformarci ad una nuova collettività esistenziale. Ma l’uomo, unitamente all’alto sviluppo millenario ed alle conquiste fatte in ogni campo nel corso dei secoli, non può immergersi in una nuova coscienza collettiva. E’ quindi praticamente impossibile che questo avvenga e che quanto prima vi sia una insurrezione generale, per porre fine a questo scempio sulle nostre vite e sulla nostra quotidianità. Quella che viviamo, è una forma di dissociazione generale e forse planetaria. Non so e non riesco a capire, fino a quando l’essere umano riuscirà a sopportare questo momento che, tale oramai, ha cambiato tutto. Siamo difronte alla nullificazione totale dell’individuo e prima o poi, se non cambieranno immediatamente le cose, una reazione pur vi sarà. Ascoltando tanti amici e persone, via telefono, intendo, si comprende quanto sia insito in ognuno di essi, questa necessità di voltare immediatamente pagina. Ognuno infatti è alla ricerca della propria esistenza e la si vuole proteggere ad ogni costo, lontani da una scomposizione della propria identità nel nulla e nella mancanza di significato della vita stessa. Una vita priva di ogni senso, non vale la pena essere vissuta. E la storia lo insegna. Cari governanti, mi auguro giunga anche a voi, questo messaggio nato dal profondo della coscienza di un uomo normale, come tanti, divenuto emblema della vostra incapacità e della vostra inefficienza. Non si accetteranno altri cambiamenti, a meno che non lo facciate in primis, voi stessi. Ma la vostra arroganza, supera anche il più alto valico irraggiungibile, perché siete abituati ad annullare le coscienze dell’umanità. E mi rifaccio ad una famosa canzone dello scomparso Luigi Tenco che così recitava: “Un giorno dopo l’altro, la vita se ne va”.

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