VALLO DELLA LUCANIA “I TRE RA CHIAZZA” MANDANO IN TILT L’INFORMAZIONE E FANNO RIPIOMBARE LA CITTA’ NEL MDIOEVO

I tre ra chiazza(I tre della piazza) un dirigente scolastico Nicola Iavarone, un assessore Iolanda Molinaro e un presidente di Rotary Giuseppe Ametrano hanno bloccato l’informazione a Vallo della Lucania su di un avvenimento i cui risvolti sono di carattere sociale, sportivi, etici e generali. E hanno fatto ripiombare una delle città capitali istituzionali indietro con il tempo. A scuola si parlava di fair play (“Fair Play, morale ed etica nel Calcio Giovanile) con il presidente nazionale della FIGC Gravina e il procuratore della repubblica dott. Ricci. Due importantissimi personaggi le cui uscite pubbliche, per il ruolo che rivestono, sono sempre importanti notizie per la stampa e non solo. Il dirigente scolastico non nuovo ad uscite folkloristiche e in lite con il mondo intero, crede che la scuola sia di uso privato e sbaglia, è il luogo più pubblico del mondo in special modo quando è frequentata da istituzioni. Perchè se un presidente federale e un procuratore della repubblica vanno a confrontarsi con una studentesca rendono un servizio altamente qualificabile non solo per la scuola ma anche per la società civile e merita la vetrina senza se e senza ma. E se da un lato la scuola, nella fattispecie la ragioneria di Vallo della Lucania, sale alla ribalta delle cronache per aver esaltato attraverso progetti ministeriali argomentazioni importantissime dall’altro, per l’atteggiamento del dirigente scolastico, ha rischiato profondamente di compiere un atto anti costituzionale (articolo 21 della costituzione) salvato solo dalla presenza di Infocilento che attraverso lo streaming ha potuto trasmettere la manifestazione ma gli è stato impedito anche di passare le immagini ai colleghi come ha riferito il direttore della testata Ernesto Rocco, E’ giusto mantenere regole ferree su questo siamo d’accordo con il dirigente scolastico ma solo di facciata non va bene perchè poi nella fattispecie ha fatto entrare chiunque al convegno sul fair play e chi osava dire che era li per svolgere un servizio giornalistico si beccava il diniego. Per la serie se non dicevamo di essere li per fare dei serrvizi giornalistici entravamo senza vederci negare l’ingresso.
L’atteggiamento del dirigente scolastico è stato stigmatizzato da più parti anche dal quotidiano La Città (clicca qua) il cui inviato Nicola Salati non ha potuto svolgere il suo lavoro come noi e come altri. e dovrebbe arrivare sul tavolo del ministro della pubblica istruzione per essere sanzionato perchè quanto si è verificato non depone bene per Iavarone stesso, per la scuola di cui è dirigente scolastico e per la pubblica istruzione. Un cattivo esempio da non seguire anche perchè ha cercato di arrampicarsi sugli specchi quando gli abbiamo fatto notare che da nessuna parte vi era scritto che l’incontro studenti-istituzioni si sarebbe svolto su invito come lui affermava e che era stato preceduto da manifesti e comunicati stampa oltre che da articoli di siti e giornali. Quando poi ha cercato di scaricare su altri,il Rotary, ha fatto la parte della vittima di turno che solitamente fa quando è in difficoltà, Iavarone andrebbe messo in pensione perchè tra presepi e teatrini vari il suo ruolo sta venendo meno. Il Rotary ha fatto un’altra figuraccia, il presidente Giuseppe Ametrano la cui serietà istituzionale non può essere in discussione, forse per accordi precedenti intrapresi e che non si è potuto rimangiare sul posto, ha continuato a dire di essere ospite davanti al dirigente scolastico il quale rintuzzava sostenendo di aver concesso solo la sala mentre insisteva sul diniego alla stampa per l’ingresso. Uno scarica barile diventato un teatrino discutibile e fuori luogo davanti all’edificio. Il presidente del Rotary poteva assumersi lui la responsabilità di far entrare la stampa visto che era tra gli organizzatori ma non lo ha fatto perchè aveva accordi con qualcuno. Il caro Peppe Ametrano crede che siamo fessi, il suo imbarazzo era evidente. Il comune di Vallo della Lucania ha dato il patrocinio come si evinceva dalle locandine e dagli annunci. Davanti alla porta della scuola si era posizionata l’assessore, per detta sua alla pubblica istruzione, cosa poi verificata Iolanda Molinaro con una lista in mano la quale in un primo momento ha guardato e assistito a tutto quello che si era verificato poi si è presentata ed ha appoggiato tutto quello che ha detto e fatto il preside sostenendo che la stampa non poteva entrare per ordini precisi. Nemmeno lei ha avuto l’idea di prendere posizione e far ragionare il dirigente scolastico per farlo riflettere sull’importanza che poteva avere la stampa in un simile contesto. Più tardi è arrivato il sindaco da un ingresso differente, abbiamo cercato di coinvolgerlo ma era troppo distante all’interno, abbiamo saputo che qualcuno gli ha riferito dell’atteggiamento della sua assessora, del dirigente scolastico e del presidente del Rotary. Il comune di Vallo della Lucania, tutta l’amminsitrazione compreso il sindaco Antonio Sansone del quale abbiamo da sempre una grande stima, visto che davano il patrocinio alla manifestazione hanno fatto una figura pietosa facendo rimbalzare a livello nazionale il messaggio non vero secondo il quale Vallo della Lucania sarebbe una città medievale che non rispetta la stampa mentre nella stessa città insistono più mezzi di informazione a ottimo livello. L’assessora Molinaro andrebbe rimossa tout court, avere la delega alla pubblica istruzione ci vuole ben altro comprese diverse caratteristiche e il sindaco lo sa. Il 18 maggio a Vallo della Lucania doveva essere un giorno da ricordare per un incontro finalmente incisivo tra istituzioni e studenti anche perchè si celebrava il riconoscimento dello sport nell’articolo 33 della Costituzione e invece è stato il giorno in cui è stato calpestato il diritto all’informazione e alla cronaca da chi dovrebbe invece far rispettare i concetti di libertà e rispetto delle regole. Per fortuna Gravina e Ricci hanno esaltato l’importante momento per il quale eravamo andati a seguire i lavori. Peccato non poterlo raccontare. Sergio Vessicchio