VALLO DELLA LUCANIA LE AVVENTURE DEL PRESIDE IAVARONE, AL CENNI MARCONI SPUNTA L’ALBERO DI NATALE NESSUNA PUNIZIONE PER LO STUDENTE PISTOLERO
Alla fine il compromesso è arrivato, il discusso preside Iavarone più presente allo stadio che a scuola tra ferie, malattie e poco tempo per gestire almeno 3 istituti di cui è dirigente scolastico, è spuntato l’albero di natale ma niente presepe, ha vinto ancora lui. E’ una vittoria di pirro perchè l’opinione pubblica è decisamente a favore di chi sostiene il presepe, cosucce di Eduardiana memoria. Chi troppo vuole nulla stringe e alla fine il suo operato è pari ad una suora che dirige un asilo perchè non riesce a fare bene niente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti come gli fanno notare docenti, consigli di classe e personale non docente i quali lo pizzicano sempre e in continuazione richiamandolo ai sui doveri che pur eseguiti con religioso attaccamento risultano essere sterili. La sua spettinatura sbarazzina, la sua barba incolta, l’assenza della cravatta nel suo corredo sono elementi che il preside adotta per sembrare giovanotto agli occhi di avvenenti insegnanti non da corteggiare ci mancherebbe ma per farsi notare. Un egocentrismo da tempo delle mele giustificato dalla costante ricerca dell’uomo verso nuove stagioni e quando si accorge che sono vani e inutili esce fuori quella rivincita che poi si trasforma nella impersonificazione della scuola sciorinando provvedimenti da proprietà privata e non da scuola a largo raggio. Di questo naturalmente si sono accorti tutti, è fatto così va assecondato. “Ditegli sempre di si” narra la letteratura partenopea e tira a campà. Lui si pavoneggia in questo mondo tutto suo e non si schioda dalla corteggia che si è costruita. Niente presepe ha vinto il preside, evviva il preside. E’ sulla scia dei fatti e misfatti ironia della sorte poi le cose particolari capiano sempre nella scuola guidata da nonno Iavarone le cui avventure non saranno come quelle di Razzullo e Sarchiapone nella cantanta dei pastori ma certo si discostano poco. Da un lato lui se le va a cercare come quando nega la stampa nella sua scuola in un convegno didattico e propositivo, dall’altra, è qui è una vittima, uno studente impugna una pistola giocattolo e spara contro una professoressa fatto che ad oggi stranamente è rimasto impunito. Perchè Iavarone e la scuola non hanno punito il giovane autore di questo gesto? Hanno ritenuto oppurtuno fare questo forse il perdono serve a farlo ridimerlo. Sta di fatto che capitano tutte a Iavarone, come mai? E intanto il Cenni Marcone segna il passo nei numeri e nel conseguente ridimensionamento e fra poco comincieranno altre iscrizioni, se si confermerà il calo che coincide con l’arrivo di Iavarone vorrà dire che il tutto si inserisce anche nel contesto creato da Iavarone e che molti docenti e tanti non docenti stanno, da tempo, facendo notare all’interno e all’esterno. E la Molinaro cosa fa? Regge il gioco del preside da buona grillina va dove porta il vento e dove può confermare il suo incarico e la sua poltrona in perfetta sintonia con il grillismo italico. In questo però preferiamo Iavarone, docente eccelso e grande conoscitore delle materie umanistiche di cui è stato ottimo insegnante, ci verrebbe da chiedergli: E’ valsa la pena lasciare la cattedra e prendere la guida della scuola? Da grande docente preparato e amato a preside contestato, incompreso e messo continuamente in discussione per i suoi scadenti risultati. Siamo certi che Iavarone se potesse tornerebbe indietro. Sergio Vessicchio
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