8 Febbraio 2025

(Giovanni Coscia) C’è qualcosa che effettivamente non va,  non quadra e non torna. A parte il contrasto scientifico, del tutto ingiustificato nei confronti del virologo di fama internazionale Prof Giulio Tarro, siamo al cospetto di decisioni che francamente ci lasciano sconcertati. Non è mia intenzione, sia chiaro, parlare in questo momento delicato di tematiche razziali, perché non è argomento che può interessare, ma vorrei porre l’accento sul totale razzismo che il governo italiano attua nei confronti dei propri cittadini, dividendoli a settori di competenza. E’ mia intenzione, comunque, sollevare questo problema e gradirei “l’incazzatura” nel mentre apprendete quanto si riporta in questo articolo. Per tutto ciò, intendo sfatare un argomento che è proprio quello legato al razzismo. Dalla questione JUS SOLI, e tante altre battaglie, si può chiaramente affermare, che l’attuale governo, in silenzio, ha attuato la più alta forma di razzismo. Secoli fa c’erano gli schiavi, quelli che venivano svenduti, rivenduti, barattati anche per un solo cesto di pane. L’allora governo, quello dell’impero romano e non solo, decideva sulla vita di questi poveretti, costretti ad una vita infame per chissà quali questioni o ragioni di colpa. In quel tempo, anche i liberi cittadini decidevano sul destino di quegli schiavi, obbligati a sottomettersi loro malgrado.

Perché questa introduzione? Perché in Italia vi sono cittadini di diverse categorie, perché i nostri TECNICI ed i POLITICI, hanno così deciso. Infatti, la costituzione non vale per tutti. Al diavolo quindi i padri costituenti? Hanno sbagliato? Non credo. Ho semplicemente tirato delle somme a diversi fattori che compongono le decisioni attuali di “Giuseppi” & C ed ho capito che un LAVORATORE PUBBLICO deve avere lo stipendio garantito ed è cosa giusta, nulla questio; ma ho altresì compreso che i lavoratori del settore privato sono meno tutelati dei lavoratori pubblici e che comunque sono garantiti da forme di tutela, come ad esempio, se l’azienda presso cui lavora, chiude, a causa di questa pandemia, lo stesso dipendente usufruirà della pubblica assistenza in quanto è un lavoratore di un settore che gli garantisce l’assistenza dell’INPS. Caso contrario invece, è il ruolo dell’imprenditore e dei liberi professionisti. Quale è stata la risposta dello STATO? Assurda ma reale: “ se vuoi mangiare indebitati”. Ovvero, vai in banca, chiedi un prestito (oneroso e gravato di interessi a favore della banca) e poi lo restituirai quando riprenderai il lavoro. Ritengo immorale ed oscena questa decisione adottata dal governo. Forse immorale addirittura. Lo stesso criterio, non vale per i dipendenti pubblici e privati. Come mai? E chi ha la semplice e sola partita IVA? Lo stato, nel caso degli imprenditori, avrebbe invece dovuto garantire con la sua firma e avallare il prestito eventuale. Il governo ha altresì chiesto all’imprenditore due aspetti importanti che sono basilari per questa faccenda: 1) non può licenziare perché deve garantire lo stipendio al proprio dipendente; 2)pagare anche le tasse, perché con quelle tasse lo stato garantisce il sostentamento agli altri; ma questo criterio, credo sia basato sulla più totale forma di criterio razziale. Lo stato ha quindi posto una sorta di differenziazione classista in questi settori. Un razzismo vero e proprio. Così come è razzismo reale, la vicenda legata strettamente legata al “fermo delle forze dell’ordine”, al quale è costantemente sottoposta la cittadinanza tutta che non ha magari il foglio del permesso di uscita. Assurdo se si pensa, che in città come Roma, (vedi zona Esquilino) Milano (stazione e centro, Duomo), Napoli, Palermo, Torino e tante altre di piccole dimensioni, si vedono ROM ed EXTRACOMUNITARI, girovagare liberi, indisturbati e senza mascherine per i centri urbani. Ma in quale paese viviamo caro “Giuseppi” Conte? In quale paese vivi? Perché queste forme aberranti, diverse tra esse, vengono attuate? La legge è davvero uguale per tutti? Potresti porre a te stesso questa cazzo di domanda? E per favore…… NON DIMENTICARE L’AGENTE DI POLIZIA PASQUALE APICELLA, (nella foto) 37 ANNI, MORTO PER INSEGUIRE DUE ROM CHE AVEVANO APPENA COMMESSO UN FURTO.

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