16 Settembre 2024

SCAFATI, OPERAZIONE “GET A MONEY”. USURA ED ESTORSIONE: 6 ARRESTI

Operazione anti usura ed estorsioni. Nella rete degli investigatori finisce un’intero gruppo di usurai di Scafati. Le manette sono scattate questa mattina per Elvira De Maio, Raffaele Porpora, Gerardina Nastro, Francesco Rosario Civale, Maria Neve Perrotti e Antonio Davide. L’indagine è partita da una denuncia presentata lo scorso Giugno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore. La vittima ha raccontato di essere da alcuni
anni sottoposta ad usura da parte di Elvia De Maio,(vedova del Boss Antonino Porpora) e che nell’ultimo periodo, non riuscendo ad onorare i pagamenti degli interessi usurai alle scadenze fissate, era stata destinataria di esplicite e gravi minacce da parte del figlio. Tra l’altro, proprio durante la deposizione, lo stesso denunciante, aveva ricevuto alcune telefonate da Raffaele Porpora, nel corso delle quali venivano formulate, con tono intimidatorio, pressanti richieste dirette al pagamento di somme di denaro e si dava indicazione di luoghi per la consegna delle somme.
Gli uomini della Polizia e della Guardia di Finanza hanno così avviato un servizio di appostamento che ha portato all’arresto in flagranza di Raffaele Porpora, con contestuale sequestro della somme di 200 euro quale corpo del reato. A seguito della prima denuncia e dopo l’arresto del 38enne scafatese, sono giunte altre denunce da parte di persone sottoposte ad usura da parte degli indagati; ciò a dimostrazione del fatto che Porpora, soggetto tossicodipendente e di indole violenta ed aggressiva, induceva nelle vittime uno stato di terrore e di soggezione psicologica, di fatto costringendola a pagare gli interessi pattuiti per timore di inevitabili ritorsioni. Venuta meno
la presenza dell’uomo, altri hanno trovato il coraggio di denunciare. Molti di propria iniziativa avevano registrato le conversazioni intercorse con gli usurai e le hanno consegnate agli investigatori, formando elemento di riscontro e prova a carico degli indagati. Dai racconti delle vittime è emerso che la De Maio usava il Figlio per minacciarle ogni volta che omettevano o ritardavano i pagamenti. Di solito era anche solita annotare e custodire in cassaforte i nominativi delle vittime, gli interessi e la data di scadenza. L’altro figlio della donna, Francesco Civale, invece, collaborava con la famiglia depositando le somme su libretti di depositi o conti correnti intestati a lui, in quanto soggetto incensurato. Perrotti e il marito Davide, sarebbero intervenuti all’indomani dell’arresto di Raffaele Porpora, per avvicinare le vittime e intimarle al pagamento

About Author