25 Maggio 2025

TRE MAFIOSI PRENDEVANO IL REDDITO DI CITTADINANZA NEL SALERNITANO, LA GUARDIA DI FINANZA HA DETTO STOP

ILLECITI CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA: CONDANNATI PER ASSOCIAZIONE  MAFIOSA, IN TRE RICEVEVANO IL SUSSIDIO SULLA BASE DI AUTOCERTIFICAZIONI FALSE. DENUNCIATI DALLA GUARDIA DI FINANZA DI SALERNO ANCHE I FAMILIARI DI SOGGETTI  VICINI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHE AVEVANO “DIMENTICATO” DI DICHIARARE I PRECEDENTI DEL CONGIUNTO.

Nell’ambito dei controlli sui beneficiari del “Reddito di cittadinanza”, i Finanzieri del Comando  Provinciale di Salerno hanno denunciato alle competenti Procure della Repubblica sei persone che hanno ottenuto la misura agevolativa senza averne titolo, avendo riportato  gravi condanne ormai definitive, ovvero omettendo di indicare, nelle domande, chi, tra i  propri familiari, le aveva subite. 

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle, in stretta sinergia e collaborazione con l’Istituto  Nazionale della Previdenza Sociale, hanno riguardato i soggetti che, dall’incrocio delle  banche dati in uso, risultavano avere precedenti per associazione mafiosa. 

Mediante lo scambio informativo con gli Enti interessati, gli investigatori del Nucleo di Polizia  Economico Finanziaria sono così risaliti a quanti, tra questi, erano inclusi allo stesso tempo  negli elenchi degli “aventi diritto”. 

Ed infatti, tre di loro, pur di far risultare la regolarità della propria posizione, avevano prodotto  delle autocertificazioni dalle quali nulla emergeva in merito alle condanne penali subite anni prima. 

Nel corso degli approfondimenti, sono stati inoltre scoperti ulteriori tre beneficiari che avevano compilato i moduli “tralasciando” di dichiarare l’esistenza, nel nucleo familiare, di persone vicine alla criminalità organizzata. 

Si tratta di circostanze che, ove note, non avrebbero consentito l’accoglimento delle  domande, considerato che la legge sul reddito di cittadinanza esclude chiunque abbia  ricevuto, nei dieci anni precedenti, condanne definitive per delitti particolarmente gravi, quali  appunto l’associazione a delinquere di stampo mafioso. 

Tale esclusione si estende peraltro ai membri del nucleo familiare, laddove nella domanda  abbiano omesso di comunicare la specifica posizione del congiunto condannato. 

Diversamente, chi ha provveduto a dare l’informazione corretta riceve un contributo ridotto,  ricalcolato sulla base dei soli componenti immuni da simili condanne. 

Le omissioni accertate hanno consentito agli indagati l’indebita percezione di fondi per oltre 30.000 euro, a partire dall’anno 2019. 

I responsabili sono stati così segnalati alle competenti AA.GG., per la specifica ipotesi di  reato contemplata dalla normativa sul reddito di cittadinanza, fattispecie per la quale rischiano adesso fino a sei anni di reclusione. 

D’intesa con l’INPS, sono state già avviate le procedure per la revoca immediata del sussidio  ed il recupero delle somme illecitamente intascate. La segnalazione all’Istituto ha altresì impedito che siano erogate le spettanze già in pagamento nei prossimi mesi, evitando in  questo modo un ulteriore esborso di 60 mila euro. 

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