NARDELLA GIÙ LA MASCHERA, LA VERITÀ DIETRO LA SCENEGGIATA DEL GUAPPO DI CARTONE
Il sindaco di Firenze Nardella può fregare i suoi concittadini ma non noi, e la pantomima di cui si è reso protagonista è degna dei migliori film di Hollywood e vi spiegheremo il perché. Nardella è il tipico sindaco che bada più alla forma che alla sostanza, un politico o presunto tale in cerca di alimentare il suo personaggio attraverso sceneggiate ed esibizioni finalizzate alla ricerca di consensi pur di tenere buono il suo elettorato. La sceneggiata del sindaco-sceriffo in pieno stile De Luca è solo l’ultima trovata di una linea ben precisa che rappresenta però l’ennesima incoerenza ed ipocrisia in cui inciampa il primo cittadino dandosi inevitabilmente la zappa sui piedi.
Nardella, come dichiarato da lui stesso alla nota trasmissione radiofonica “La Zanzara”, cade in fallo clamorosamente perché sapeva benissimo dell’intervento degli attivisti che avrebbero preso d’assalto Palazzo Vecchio. Il c.d. “assalto”, infatti, era stato ampiamente preannunciato dagli attivisti a mezzo social con Nardella che guarda caso si trovava contemporaneamente nel posto giusto e al momento esatto dell’azione vandalica. Puro caso o clamorosa coincidenza?
I conti non tornano per questo poniamo al sindaco Nardella semplici domande: se era al corrente che gli attivisti di Ultima Generazione avrebbero vandalizzato Palazzo Vecchio perché non ha preso precauzioni sorvegliando la zona? Oppure caro sindaco Nardella ci spiega come fa a trovare, guarda caso, nell’immediato ben 5000 litri d’acqua pronti all’uso per ripulire la facciata dell’edificio dalla vernice? Ci spiega come mai, sempre guarda caso, c’erano delle pedane lì, sulle quali si è fatto immortalare intento a pulire le mura, invece di rafforzare il servizio d’ordine? Lei dirà che erano dei restauratori gliela suggeriamo noi la risposta, facile vero?? ma noi proprio non ce la beviamo caro sindaco Nardella, lei sarà bravo a rinnegare ogni pensiero contrastante o ipotesi di ogni genere proprio come ha fatto da tempo con le sue origini meridionali, dalle quali nei fatti, ci tiene ad esserne ben distante, ma l’anello al naso ancora dobbiamo mettercelo e la puzza di bruciato la sentiamo fin quaggiù al sud Italia.
Carissimo sindaco Nardella a noi questa carnevalata di cui si è reso attore protagonista proprio non ci convince, doveva organizzarla un po’ meglio. La corsa alla Forrest Gump, le riprese in stile Grande Fratello, l’animosità con cui ha placcato il manifestante che prima li definisce barbari e poi ritratta su Twitter (non sia mai ci sia qualche votuccio che proviene dagli ambientalisti, si sa tutto fa brodo!), la ricerca spasmodica di pubblicità attraverso i media per farsi incensare e autodefinirsi “eroe”, a noi tutto questo caro Nardella ci fa sorridere, ci fa sorridere perché pensiamo che se è arrivato a fare una sceneggiata simile degno del miglior Mario Merola – che forse anche lui rinnegherà solo perchè meridionale – vuol dire che il terreno sotto i piedi comincia a tremare e quindi ha bisogno di raccogliere consensi, e voti, pur di allungare la sua “vita” politica, perché se fallimentare dal punto di vista gestionale almeno la pensa di salvare con lo show. Da politico fallimentare a showman il passo è breve, ma bisognerebbe impegnarsi di più per rendersi credibili, deve preparare meglio il suo staff che la segue perché così proprio non la si crede, si fa fatica, mi creda. Come non è credibile quando parla di condannare atti di violenza delle tifoserie avversarie quando vengono a Firenze, per poi chiudere gli occhi e fare orecchie da mercante quando a fare violenza e a professare razzismo puro e pregnante sono i suoi cittadini che amministra. Ma Nardella la capiamo, lei proprio non può permettersi di perdere voti, altrimenti in futuro come farà ad uscire alle prossime tornate elettorali? I consensi sono tutto, anche a costo di non prendere le distanze contro trionfi di razzismo dei suoi cittadini, oppure nel non condannare striscioni inneggianti stragi come la tragedia dell’Heysel o l’eruzione del Vesuvio che distruggerebbe anche la sua città natìa Torre Del Greco. Pensa che neanche i santi come San Gennaro vergognosamente insultati e vilipesi nel suo stadio, sono riusciti a smuoverla dal suo silenzio assordante.
Eppure noi le abbiamo servito degli assist su un piatto d’argento, le abbiamo chiesto più volte di condannare gli episodi di razzismo e di violenza dei suoi cittadini che si verificano nel suo stadio e quindi nella sua città, ma lei niente, niente di niente di niente.
Per questo caro Nardella noi non la crediamo, e come si dice a Napoli lei è carta conosciuta, e le recite di carnevale deve imparare a farle meglio soprattutto quando interpreta il “guappo di cartone”, e per chi non sapesse cosa vuol dire, basta fare una semplice ricerca su internet. Sergio Vessicchio