A PROPOSITO DI RENZI NELLA BASILICA PALEOCRISTIANA,LA PRUDENZA QUESTA SCONOSCIUTA di Giovanni Petrizzo
DI GIOVANNI PETRIZZO-Sono sincero: alla notizia dell’utilizzo della Basilica paleocristiana di Paestum durante il tour elettorale di Renzi, sono rimasto molto perplesso. In realtà non per motivi di Fede, tantomeno per la presunta profanazione di un luogo sacro; semplicemente per motivi di OPPORTUNITA’ e di PRUDENZA (anche nel senso teologico del concetto).
Prudenza che, per quanto ho letto, non hanno esercitato neppure i detrattori e i mezzi di informazione. Ma provo ad andare per ordine ribadendo la mia perplessità per motivi di opportunità.
1. Le norme per l’utilizzo delle chiese (in quanto luogo), sono definiti nel Codice di Diritto Canonico al numero 1210. Da qui discendono dei regolamenti( solitamente diocesani) utilizzati soprattutto in caso di concerti di musica sacra:
“. .’Nel luogo sacro sia ammesso solo quanto serve per esercitare e promuovere il culto, la religione, ed è vietato tutto ciò che non sia consono alla santità del luogo. Tuttavia l’ordinario può permettere, caso per caso, altri usi, che però non siano contrari alla santità del luogo’. Il principio che l’utilizzazione della chiesa non deve essere contrario alla santità del luogo determina il criterio secondo il quale si deve aprire la Norma”.
Da qui si tratta di capire se una riunione politica è contraria o meno a questo principio. Se partiamo dal presupposto che le dichiarazioni pubbliche di un papa possono essere fonte anche di orientamenti globali (pastorali, teologici, liturgici) della comunità cristiana, possiamo ricavare che anche la Politica ha una sua dignità. In questo senso ecco alcune dichiarazioni di diversi pontefici::
– PIO XI 1927 alla FUCI: tutti i cristiani sono obbligati a impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta della Carità, seconda solo alla Carità religiosa verso Dio.
– Negli anni 70 Paolo VI ribadiva il concetto:” la politica è la forma più alta della Carità.
– Non si esimeva Joseph Ratzinger con la nota dottrinale della Congregazione per la dottrina della Fede nel novembre 2002.
– papa Francesco, nell’aprile di quest’anno, alla festa dell’Azione Cattolica, invita esplicitamente a tornare in politica.
Ognuno, dunque, si faccia una propria idea non personalizzando l’episodio con Renzi e con le proprie simpatie o antipatie politiche (il ragionamento sarebbe lo stesso anche con altri esponenti politici) ma basandosi sulle informazioni e sulle norme.
2. A proposito di una eventuale(inesistente) profanazione del luogo, sono lieto e mi sorprende positivamente lo zelo per il rispetto della chiesa, sia da parte di coloro che si dichiarano non credenti, che da parte di chi si è ritenuto offeso nella propria Fede. Invito questi ultimi a manifestare pubblicamente lo stesso sdegno dinanzi agli abiti succinti delle signore durante i matrimoni, alle tenute da spiaggia in estate, i chewingum masticati durante le celebrazioni, gli ormai famigerati cellulari accesi, etc.
3. Per quanto riguarda la stampa, si sono susseguite notizie contrastanti circa l’eventuale permesso accordato. Da qualche parte si leggeva di una presunta autorizzazione del vescovo, altrove il contrario. Se non ci fosse stata l’ansia da prestazione, sarebbe bastato rivolgersi in diocesi e sapere, così che la chiesa era stata resa disponibile per eventi collegati alla borsa del turismo archeologico in svolgimento nella città dei templi e che, CON UN AZZARDO IMPERDONABILE E CHE NON CONDIVIDO, qualcuno ha pensato di far diventare la chiesa luogo di propaganda politica.
Badate bene, il discorso è sempre in generale ma è utile per capire come ormai ogni vicenda sia proposta, interpretata è vissuta come scontro, anche personale.
In sintesi:
A)in casi eccezionali o particolari,sono favorevole alla disponibilità dell’utilizzo delle chiese(con forme, metodi e contenuti concordati) anche per motivi legati alla Politica. Nel caso specifico di Paestum non ne condivido il metodo;
B) Coloro che si sono stracciati le vesti, con e senza citazioni bibliche, farebbero cosa buona e giusta interessandosi della quotidianità delle proprie comunità parrocchiali;
C)Gli operatori dell’informazione riflettano sull’opportunità di uno sforzo di minima indagine e verifica dei fatti, prima di pubblicare le loro notizie.Giovanni Petrizzo