7 Novembre 2025

ATTENTATO A SIGFRIDO RANUCCI: PEDINATO DA ROMA, POI L’ESPLOSIONE DELLA BOMBA A MANO. INDAGINI TRA TELECAMERE E CELLE TELEFONICHE

Sapevano che sarebbe tornato. Gli attentatori erano informati, forse da giorni, forse da settimane. Hanno seguito Sigfrido Ranucci da Roma fino a Campo Ascolano, sul litorale sud della Capitale, dove il giornalista vive con la sua famiglia. Hanno aspettato il momento giusto: quando la scorta – un livello di protezione base, la cosiddetta “tutela” – si è allontanata dopo averlo lasciato davanti casa. Poi hanno colpito.

 

IL PEDINAMENTO E L’ATTESA TRA GLI ALBERI

 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, almeno due persone si sarebbero appostate nei pressi della chiesa di Sant’Agostino, in una zona verde spesso frequentata da residenti e cani, ma anche nota per episodi di spaccio. Erano lì intorno alle 21:40, mimetizzati tra gli alberi. Attendevano che la strada fosse libera.

 

Ranucci era rientrato a casa dopo due giorni di assenza, un dettaglio noto a pochissimi. Un elemento che fa pensare a un’azione premeditata e ben pianificata. Ad allertare gli attentatori potrebbe essere stato l’arrivo in auto della figlia, che ha inconsapevolmente ritardato il piano.

 

LA BOMBA: ARTIGIANALE MA POTENTE

 

Alle 22:17 l’esplosione. Un ordigno artigianale – una bomba carta ad alto potenziale – è stato innescato da una miccia accesa a mano. Una tecnica grezza, ma capace di distruggere un’auto, ferire gravemente o uccidere. L’onda d’urto è stata avvertita in un raggio di due chilometri. Il boato è stato registrato perfino in un messaggio vocale di un residente.

 

L’auto di Ranucci, parcheggiata sul passo carrabile fin dal pomeriggio, è stata sollevata da terra e quasi completamente distrutta. Danni anche alla Ford Ka Plus della sorella, arrivata appena quindici minuti prima, e al muretto accanto al cancello.

 

UN UOMO INCAPPUCCIATO IN FUGA

 

Subito dopo l’esplosione, alcuni testimoni hanno visto un uomo incappucciato, vestito di nero, allontanarsi rapidamente verso gli alberi. Secondo le ipotesi investigative, potrebbe aver acceso la miccia e poi essere fuggito a piedi verso un possibile complice.

 

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno subito isolato la zona e sequestrato le due auto. Gli artificieri dell’Arma stanno analizzando i frammenti della bomba per risalire al tipo di materiale utilizzato e, possibilmente, a chi l’ha costruita.

 

UN ATTENTATO SU COMMISSIONE

 

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, si concentrano su un’ipotesi precisa: danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. Ranucci ha riferito in Procura di avere ricevuto più volte minacce, e ha tracciato un quadro dettagliato delle piste possibili: «Quattro o cinque ipotesi – ha detto – che portano allo stesso ambito».

 

Un’inchiesta delicata e complessa: nella zona non ci sono telecamere dirette, tranne una a campo lungo su un semaforo pedonale. Tuttavia, i carabinieri hanno acquisito i video di sorveglianza lungo tutto il tragitto fatto dalla scorta, da Roma fino a Campo Ascolano, e stanno analizzando le celle telefoniche e le targhe delle auto in zona.

 

Nel pomeriggio di ieri è stata rinvenuta una Fiat 500X rubata, parcheggiata nei pressi: è ora al vaglio degli artificieri.

 

UN ATTACCO SIMBOLICO, NON SOLO INTIMIDATORIO

 

Gli inquirenti escludono, per ora, che l’obiettivo fosse uccidere. Ma la potenza dell’ordigno, il momento scelto e la precisione con cui è stato eseguito l’attentato raccontano di un messaggio chiaro: un attacco simbolico a uno dei volti più noti del giornalismo investigativo italiano.

 

Ranucci è ideatore e conduttore di Report, la trasmissione Rai che da anni porta alla luce scandali, corruzione, mafie e intrecci di potere. La nuova stagione del programma andrà in onda dal 26 ottobre, proprio nei giorni in cui si accendono i riflettori sull’attentato.

About Author