MILITARE DI PERSANO ALLA SBARRA ADESCAVA MINORENNI IN CHAT

Un militare di persano è stato rinviato a giudizio per aver adescato una ragazzina di 12 anni in una chat. Ad accorgersi di questa elazione anormale è stata la madre della bambina. ‘uomo è attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dal giorno in qui è stato arrestato nel luglio scorso. Ha scelto di essere processato con la formula del rito abbreviato, udienza il 29 aprile, il militare dell’esercito italiano in servizio presso la caserma di Persano ha 30 anni, rinviato a giudizio dopo essere stato arrestato dai carabinieri a luglio dello scorso anno, con l’accusa di pedofilia, detenzione di materiale pedopornografico, corruzione di minore e sostituzione di persona.
LA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO
La richiesta di rito abbreviato che i legali del militare di 30 anni, detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua a Vetere, gli avvocati Michele Mastrorillo e Carmine Di Paola ,l’ hanno fatta ed ottenuta dal gup Gerardina Romaniello , durante l’udienza preliminare che si è svolta presso il Tribunale di Salerno, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pm agropolese Carlo Rinaldi .
I FATTI
Il trentenne militare della casera di persano è finito in carcere dopo la denuncia ai carabinieri di Contursi Terme presentata dalla mamma della minore che, assistita dall’avvocato Michela Palmieri , raccontò agli inquirenti di aver scoperto che la figlia intratteneva dei rapporti di amicizia che sfociavano in chat erotiche con un uomo di 30 anni. Di lì le indagini degli inquirenti che hanno portato all’arresto del militare . Storia agghiacciante, cominciata ad inizio estate quando la madre della 12enne, residente nel cratere salernitano e studentessa presso una scuola media della Valle del Sele, utilizzando il telefono della figlia scopre che la ragazzina era stata adescata sul web da un ragazzo di nome Luca, di 18 anni, conosciuto attraverso un sistema di messaggistica.
Da qui, le insistenti domande alla bambina sull’identità di Luca ma alla richiesta di spiegazioni, la minore nega e racconta che si trattava di un ragazzo del Nord che aveva conosciuto nella città di Contursi Terme. Insospettita dal comportamento anomalo della figlia, la donna sottrae il cellulare alla bambina e scopre che quel Luca era in realtà un uomo molto più grande di età il quale intratteneva lunghe conversazioni telefoniche e di chat erotiche con la minore.
L’uomo infatti, alla ragazzina raccontava di essersi innamorato di lei, gli inviava foto e video nei quali si masturbava, poi faceva compiere alla ragazzina atti di autoerotismo e foto nude che venivano scambiate tramite chat. Il tutto, finalizzato a incontri avvenuti a Contursi Terme e che sarebbero dovuti sfociare in rapporti sessuali orali praticati dalla ragazzina al militare. Incontri durante i quali però, la minore avrebbe rifiutato le richieste del pedofilo che si celava sotto falsa identità. Un incubo durato mesi e che ora vede l’uomo a processo e la bambina seguire con la sua famiglia un percorso di supporto psicologico. Fonte La città