RUBRICA: “SENTIAMO LA NUTRIZIONISTA” A CURA DI STELLA DI SESSA – CHE COS’E’ LA FELICITA’? LA FELICITA’ E’ IL CIOCCOLATO !
Che lo si beva o lo si mangi, il cioccolato, amato da nove persone su dieci quando è probabile che la decima menta, ha da sempre dimostrato un’irresistibile attrattiva. Analizzata la sua influenza positiva sull’umore (cfr “Il cioccolato: alleato del buonumore”) ed i suoi effetti benefici sul sistema cardiovascolare (cfr “Cioccolato e salute del cuore) restano da considerare le conseguenze della sua assunzione sulla felicità, sulle performance celebrali, sull’insorgenza dell’emicrania, dei brufoli, delle carie e della dipendenza.
Il cacao, analogamente al caffè, al the ed al guaranà, viene definito alimento “nervino” perché contiene sostanze bioattive che, secondo alcuni Autori, sono in grado di influenzare il comportamento umano. Nonostante ciascuno di questi agenti farmacoattivi sia presente solamente in bassi quantitativi (come già sottolineato in “Il cioccolato: alleato del buonumore”), gli effetti uniti di questi residui, insieme alle sue proprietà sensoriali uniche, potrebbero essere in grado di comportare una leggera dipendenza ed una sua continua ricerca. Inoltre, è importante ricordare che gli alimenti gradevoli al palato quali i dolciumi, stimolano il rilascio nel cervello di sostanze “narcotiche” conosciute come endorfine, chimicamente simili alla morfina, alle quali il cervello risponde analogamente alla morfina con sensazione di piacere, euforia e buon umore. Le sostante che caratterizzano la composizione chimica degli alimenti nervini appartengono alla classe degli alcaloidi purinici (o metilxantine) e sono la caffeina, la teobromina e la teofillina, anche se la caffeina, nel cioccolato, è presente in quantità variabili (0,6-0,8%), abbastanza limitate se paragonate a quella del caffè e del the. Il maggior alcaloide purinico del cacao è la teobromina, che deve il suo nome proprio al genere della pianta di cacao “Theobroma cacao” : una tavoletta di cioccolato fondente ne contiene una quantità tre volte superiore a quella contenuta in una tavoletta di cioccolato al latte. Gli alcaloidi purinici sono composti noti per la loro capacità di stimolazione del sistema nervoso : aumentano lo stato di veglia, la riduzione del senso di fatica, la concentrazione, migliorano la memoria visiva e verbale, i tempi di reazione, la soglia di attenzione, la capacità di risolvere i problemi ed il controllo degli impulsi; la teobromina, rispetto alla caffeina, è uno stimolante meno potente ma è un vasodilatatore coronario e renale con azione diuretica più marcata rispetto alla caffeina. E’ importante considerare che la teobromina è tossica per i cani, i cavalli ed altri piccoli animali domestici che sono incapaci di metabolizzarla. Secondo il manuale del veterinario Merk, circa 1,3 grammi di cioccolato per chilogrammo di peso corporeo del cane sono sufficienti a causare i sintomi della tossicità.
Tra le sostanze responsabili del sorriso che procura l’assunzione di cioccolato vi è l’ anandamide, un lipide endogeno in grado di legarsi al recettore dei Cannabinoidi CB1 ossia allo stesso recettore attivato dal principio attivo della marijuana, il tetraidrocannabinolo, e quindi di produrre effetti sul tono dell’umore e sulle funzioni cognitive quali l’apprendimento e la memoria. L’anandamide sembra essere in grado di stimolare le percezioni sensoriali inducendo euforia, senso di soddisfazione e alterazione della cognizione del tempo; in ogni caso, questa molecola non manifesta problemi legati a fenomeni di dipendenza: è stato stimato che un uomo di 60 kg dovrebbe ingerire circa 10 kg di cioccolato al giorno per subir questo effetto. Il cacao contiene, inoltre, due composti, il salsolinolo e la salsolina, alcaloidi dopamina-derivati che si formano naturalmente anche nel cervello dei mammiferi. Sono sostanze dopaminergiche che presentano diversi effetti neurofarmacologici che si concretizzano in un effetto antidepressivo. Il salsolinolo è considerato una delle sostanze che determinano l’effetto di “dipendenza psicologica” dal cioccolato la quale però è probabile venga scatenata anche dal fatto che, solitamente, il cioccolato viene associato a situazioni di festa e, comunque, a momenti positivi di emozionalità familiare, a significati materni di protezione, ma anche ad emozioni molto forti legate alla sensualità.Il cacao, come tutti gli alimenti fermentati microbiologicamente (vino, formaggi stagionati, birra, caffè…), può contenere ammine biogene, in particolare 2-feniletilammina (derivante dalla decarbossilazione della fenilalanina), tiramina (dalla tirosina) triptamina e serotonina (dal triptofano), molecole vasoattive che, se introdotte in quantità sufficiente o simultaneamente a farmaci che inibiscono gli enzimi che le catabolizzano, possono provocare rossore al viso, mal di testa, brusche variazioni della pressione sanguigna, fino a morte per shock cardiocircolatorio. Le ammine biogene nel cacao non raggiungono valori elevati, nonostante alcuni individui, in particolare coloro che soffrono di emicrania, ne risultino particolarmente sensibili.Tra le ammine biogene contenute nel cacao, a parte la già analizzata serotonina, merita un accenno anche la 2-feniletilammina, sostanza analoga alle anfetamine sia dal punto di vista stritturale che farmacologico.Questa ammina è conosciuta come “love-drug” (droga dell’amore) perchè è in grado di produrre sensazioni come quelle sperimentate quando una persona è “innamorata” e si pensa sia responsabile degli effetti afrodisiaci che il cioccolato sembra possedere. Infatti la feniletilammina (PEA) viene rilasciata nel cervello quando l’individuo sperimenta sentimenti di gioia e amore.Studi hanno dimostrato che la PEA ha interessanti proprietà nell’inibire l’appetito, ritardare la comparsa della fatica, modificare l’umore, favorire la veglia e le funzioni mentali, proprio come le anfetamine. E’ importante ricordare che, a differenza delle anfetamine, la PEA è endogena al cervello umano non produce effetti collaterali e non sviluppa nè tolleranza nè dipendenza; mentre la feniletilammina endogena viene prodotta naturalmente dal tessuto cerebrale, studi hanno dimostrato che anche quando viene somministrata risulta farmacologicamente attiva ed in grado di stimolare. Si è infatti visto che i valori di feniletilammina sono ridotti nei tessuti e fluidi biologici di soggetti depressi ed il ristabilimento con la feniletilammina e/o con il suo amminoacido precursore, la fenilalanina, sembra migliorare alcuni tipi di depressione nel 60 % dei pazienti (percentuale simile a quella di alcuni dei migliori farmaci antidepressivi come il Prozac ma con minori effetti tossici).Per quel che riguarda la relazione tra cioccolato e acne, gli studi attualmente disponibili sembrano indicare che non ci sia una relazione diretta tra il consumo di cioccolato e l’insorgenza o il peggioramento dell’acne.Il cioccolato sembra, quindi, clinicamente non influire sull’evoluzione della patologia così come sembra non avere un ruolo nella produzione e composizione del sebo.Naturalmente, il consumo eccessivo di cioccolato o di altri alimenti quali patatine fritte, latticini, alimenti confezionati ricchi in grassi e zuccheri a scapito di una corretta assunzione di frutta e verdura non rappresenta certo un buon comportamento alimentare.L’alimentazione, in generale, non è in sé responsabile di causare l’acne, ma sicuramente se corretta, garantendo benessere a tutto l’organismo e quindi anche alla pelle, può rendere meno inclini allo sviluppo dell’acne e di altre dermopatie. Sull’insorgenza di carie, non sembra avere particolari controindicazioni a patto che si provveda ad una accurata igiene orale dopo averlo masticato ed ingerito.
Dott.ssa Stella Di Sessa
Biologo Nutrizionista
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.