RUBRICA: “SENTIAMO LA NUTRIZIONISTA” A CURA DI STELLA DI SESSA – OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: COMPOSIZIONE ED ASPETTI NUTRACEUTICI
È noto, fin dai tempi più antichi, che una corretta alimentazione è la base per una condizione di salute ottimale. Infatti Ippocrate (460-377 a.C.), padre della moderna medicina occidentale, affermava che “la salute richiede la conoscenza del potere dei cibi naturali o elaborati”, la Scuola Medica Salernitana (XI°- XII° sec.) sosteneva che “il medico del cibo osservar deve, quanto e qual sia, di che sostanza e quando debba prendersi”e, Leonardo da Vinci, riteneva che “la vita dell’omo si fa delle cose mangiate”.
In ambito nutrizionale importanti sono i lipidi e fra questi un ruolo di primo piano viene svolto dall’olio extravergine d’oliva , ottenuto dalla spremitura a freddo esclusivamente meccanica delle olive, frutto della specie “Olea europaea”, che, diffuso in tutte le regioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo, rappresenta per tradizione alimentare e legame con il territorio uno dei prodotti fondamentali dell’economia agricola cilentana.
L’olio d’oliva è chimicamente costituito per il 98-99% da una parte “saponificabile”, rappresentata per la quasi totalità da trigliceridi, esteri della glicerina con acidi grassi, la cui composizione è rappresentata da acidi grassi monoinsaturi in una quantità media pari al 75% circa (con netta prevalenza dell’acido oleico), da acidi grassi saturi in una quantità media pari al 16% circa (tra cui predomina il palmitico 7-15% ed in piccola parte lo stearico 2-6%), da acidi polinsaturi in una quantità media pari a circa il 9% (con prevalenza di acido linoleico e limitate quantità di alfa-linolenico). Il restante 1-2% è costituito dalla parte “insaponificabile” rappresentata da “costituenti minori”, consistenti in oltre 200 componenti diverse appartenenti a varie classi, quali steroli, squalene, fenoli, polifenoli, tocoferoli, alcoli alifatici e triterpenici, clorofilla, vitamine A, D, E, K (vedi grafico *). Tali componenti, anche se presenti in quantità minime, influiscono in maniera determinante sulle qualità organolettiche (colore, odore, sapore, acidità), sugli aspetti merceologici, sulla possibilità di conservazione dell’olio stesso ma sono anche costituenti indispensabili alle normali attività metaboliche e allo stato di benessere dell’organismo umano.
Data la sua composizione, l’olio extravergine di oliva sembra esplicare numerosissimi effetti benefici nell’organismo in toto :
– Protegge dalle malattie cardiovascolari
I polifenoli in esso contenuti favoriscono una maggior produzione di nitrossido, potente vasodilatatore, e proteggono dall’ossidazione delle lipoproteine, principale responsabile della formazione della placca aterosclerotica con conseguente restringimento delle arterie ed insorgenza di malattie cardiache.
– Svolge un’azione benefica nello sviluppo del sistema nervoso
Rappresenta un pilastro nella dieta della prima infanzia : usato sin dai primi anni di vita, sarebbe in grado di stimolare lo sviluppo delle strutture nervose cerebrali favorendo il delicato processo della mielinizzazione che si completa al quinto anno di vita.
Nel lattante, almeno metà della razione energetica viene assicurata dai grassi e numerosissimi studi hanno evidenziato e confermato una analogia di composizione tra olio di oliva e latte materno, con contenuti di acidi grassi insaturi essenziali (acido linoleico e alfa-linolenico) in percentuali simili; nello svezzamento, al fine di coprire le necessità biologiche dell’accrescimento, vengono consigliati 10g/dì di olio di oliva durante il secondo trimestre di vita e fino a 20g/dì durante il secondo semestre.
In età adulta, invece, l’olio di oliva ‒ grazie soprattutto all’azione antiossidante dell’acido oleico, dei polifenoli e dell’ a-tocoferolo (vitamina E) ‒ preserva dalle malattie legate al rallentamento ed al deterioramento delle funzioni cerebrali, come Parkinson e Alzheimer, malattie in parte determinate da un eccesso di radicali liberi che, attaccando componenti essenziali della cellula nervosa, ne alterano la struttura e ne favoriscono la degenerazione.
I radicali liberi sono, infatti, specie reattive dell’ossigeno prodotte dal nostro stesso organismo automaticamente come sottoprodotto del suo normale funzionamento, capaci di ossidare, e dunque danneggiare, quando presenti in eccesso ‒ condizione nota come stress ossidativo ‒ tutte le macromolecole biologiche (proteine, lipidi, zuccheri e DNA). Siffatta condizione di stress è stata correlata a molti disturbi nell’organismo in quanto sembra concorrere all’insorgenza di tumori, di malattie cardiovascolari e, come già accennato, a malattie neurodegenerative e mentali (in particolare morbo di Alzheimer, di Parkinson e schizofrenia).
Studi recenti hanno inoltre rivelato come l’oleocantale, sostanza responsabile del sapore pungente dell’olio extravergine di oliva, interferisca con l’azione di proteine neurotossiche coinvolte nel morbo di Alzheimer.
– Svolge un’azione chemiopreventiva.
L’olio extravergine di oliva sembra difenderci da alcuni tipi di tumore, soprattutto quello della mammella, dello stomaco, del colon-retto e della prostata, ma anche del cavo orale, della faringe e dell’esofago. Ciò è dovuto principalmente ad alcuni suoi componenti : tirosolo, idrossitirosolo, oleuropeina, secoiridoidi e lignani.
Nel caso specifico del tumore della mammella l’effetto protettivo è stato attribuito al suo componente acidico principale, l’acido oleico che, in studi condotti su cellule mammarie malate coltivate in laboratorio, si è rivelato capace di ridurre del 46% l’attività del gene Her2/neu, un oncogene rovinosamente iperattivo in molti casi di tumore al seno. Non a caso, numerose indagini epidemiologiche svolte su campioni di popolazione femminile hanno rivelato un rischio molto minore di insorgenza di questa neoplasia nelle donne dei Paesi Mediterranei, dove il consumo di olio d’oliva come principale fonte di grassi alimentari, nell’ambito dei limiti raccomandati di assunzione della quota lipidica, è costantemente presente. L’acido oleico migliorerebbe anche l’efficacia del trattamento con un farmaco attualmente utilizzato per la cura del tumore al seno, l’herceptin, il cui principio attivo riconosce e lega, intrappolandola, proprio la proteina prodotta da Her2/neu. Tra l’altro, l’acido oleico stimolerebbe l’attività di un gene oncosoppressore, codificante la proteina p27 Kip1 che frena la crescita dei tumori.
Dott.ssa Stella Di Sessa
Biologo Nutrizionista
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