19 Marzo 2024

AGROPOLI,ELEZIONI: SIA FATTA CHIAREZZA di Antonello Scuderi

Da venerdì risultano ufficialmente eletti sia il Sindaco (invero, la sua proclamazione era già intervenuta) che i Consiglieri Comunali. Vanno fatti gli auguri ai nuovi Amministratori e – al di là della campagna elettorale e delle posizioni assunte – va portato rispetto all’istituzione che rappresentano.Ciò non toglie, però, che si possano fare delle considerazioni su ciò che è accaduto, soprattutto per quello che – stando ai verbali – sembra rilevarsi nello svolgimento delle operazioni elettorali.Non vi è dubbio che il Sindaco Mutalipassi sia stato investito della legittimazione formale ( l’attesta la sua proclamazione), ma quello che sembra trapeli dai verbali fa sorgere qualche dubbio sulla legittimazione sostanziale.

Non tanto per il margine ridotto (all’incirca 250 voti) che ha escluso il ricorso al turno di ballottaggio (un tale dato potrebbe avere rilievo solo sotto il profilo politico), ma per le concrete perplessità che suscitano le risultanze delle operazioni elettorali (così come riportate nei verbali delle singole sezioni).Se la Commissione ha impiegato ben 10 giorni per determinarsi sull’intero procedimento (ovviamente senza poter andare a rivedere le schede e le tabelle di scrutinio, potere non concessole) ed ha ritenuto di dover collazionare tutto in un corposo verbale, qualcosa di “strano” deve pur esserci stato. Molteplici sono state le correzioni rilevate sui verbali, come pure le incongruenze nei dati riportati: fin qui, forse fa specie il numero di discrasie rilevate, ma il tutto rimane in un alveo per così dire fisiologico, atteso che chiunque abbia interesse (anche un semplice cittadino elettore) potrà ricorrere al Tar e da tale Organo di Giustizia ottenere a certe condizioni la verifica – magari anche attraverso il riconteggio dei voti – dell’esatto risultato elettorale.Il problema più delicato (e senz’altro più grave) è invece la mancata coincidenza – nei verbali di alcune sezioni – del numero delle schede preventivamente vidimate con la somma di quelle votate e delle residue.Potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma invece quella poc’anzi indicata costituisce operazione essenziale (si potrebbe dire, la più importante) ai fini di stabilire la regolarità (e finanche la genuinità) delle operazioni elettorali.In sostanza, solo con la coincidenza dei dati si può stabilire con certezza che non vi siano state interferenze “esterne” ai fini della determinazione del risultato elettorale.Per comprenderci, se un seggio ha preventivamente vidimato (timbratura e firma) 1000 schede elettorali ed hanno espresso il voto (tra bianche, nulle e contrassegnate) 800 elettori, nell’apposita busta delle schede residue  debbono essere inserite 200 schede (vidimate e non votate).Se il dato non corrisponde, qualcosa di serio è accaduto.

Orbene, in svariate sezioni il dato non coincide: mi auguro che la mancata coincidenza sia dipesa o da un errore matematico (è uso di taluni Presidenti di seggio stabilire il dato per mera differenza tra le schede vidimate e i votanti) ovvero di conteggio materiale.Se è così, la cosa si risolverà in una bolla di sapone, attraverso il riconteggio delle schede vidimate residue, che potrà essere agevolmente eseguito dal Tar in caso di ricorsi. Viceversa, nel caso il dato effettivamente non coincida (ovvero che nell’apposita busta si rinvengano un numero di schede inferiore a quello dovuto, od anche superiore la cosa non cambia) si aprono scenari che potrebbero anche essere inquietanti.In tal caso, anche ad una persona poco attenta verrà da chiedersi che fine hanno fatto le schede (regolarmente vidimate) che non si trovano nella busta di quelle non utilizzate ovvero, nell’altro caso, quali schede siano state consegnate agli elettori.Si tratterebbe di una situazione di oggettiva gravità, che potrebbe portare a conclamare la “non correttezza” del procedimento elettorale e che potrebbe aprire la strada a nuove elezioni.Sarebbe esiziale per la nostra città, che è già finita agli onori della cronaca nazionale per le “fritture di pesce”, essere investita da una nuova ondata mediatica, che non tarderebbe a dipingerci a tinte fosche.Per l’immagine di Agropoli spero davvero che questa ipotesi sia scongiurata e che la non coincidenza dipenda da meri errori.

A fronte di un tale scenario, comunque evocabile per quanto rimane incartato nei verbali delle sezioni elettorali, penso che il primo ad avere interesse acchè venga fatta chiarezza sia proprio il Sindaco in carica, che – al di là di come sarà giudicato per quello che farà – ha il diritto (e, per certi versi, il dovere) di veder rimossa ogni zona d’ombra sulla sua elezione (per il nostro ordinamento non lo potrà fare autonomamente, ma nel caso altri – aventi interesse – procedano con il ricorso, la faccenda potrebbe chiarirsi definitivamente).In disparte i ragionamenti elettorali, va preso atto che il paese è spaccato a metà e che compito prioritario di questa amministrazione è anche quello di convincere quella metà di cittadini di contrario avviso che le azioni di governo avranno come stella polare l’interesse di tutti.Nel nostro ordinamento degli enti locali chi vince, fosse anche per un solo voto, piglia tutto;  ma una saggia amministrazione capisce il limite di un mandato rassegnato per il rotto della cuffia.

Ho avuto cognizione della composizione della Giunta e saluto con simpatia la nomina a Vice Sindaco di una donna e di un giovane al turismo, al quale è giusto dare il tempo di dimostrare le cose che intenderà fare e sulle quali andrà giudicato.

In presenza, però, di una spaccatura così netta  del paese mi sarei aspettato qualcosa di diverso, magari la nomina di qualche assessore di spessore professionale, individuato all’interno della società civile (tale non può considerarsi il dott. Cianciola, sicuramente valente professionista nel campo sanitario e non già nel settore investito dalla nomina, direttamente impegnato nella campagna elettorale), così da lanciare un ponte (non verso gli altri candidati Sindaco, che dovranno svolgere – con coscienza e determinazione – il ruolo dell’opposizione) ma nei confronti di quel 48%  di cittadini che non volevano quest’amministrazione.

Ma questa è tutta un’altra storia e avremo modo di parlarne per l’avvenire. Antonello Scuderi

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