IL GESTO DI PRODI, LA TIRATA DI CAPELLI DELLA SINISTRA ITALIANA

Si parla di scandalo, di scalpore, di indignazione per il gesto dell’ex (in tutto) Premier Romano Prodi, massimo esponente di una politica di sinistra che ha devastato l’Italia dagli anni 90 ad oggi.
Condanniamo il gesto ma non gridiamo allo scandalo, anche perché non può essere considerata violenza una tiratina di capelli ad una giovane giornalista, ma ne interpretiamo il senso, anche metaforico, di ciò che ne trasmette all’esterno.
Romano Prodi, oramai ottantenne professore in pensione, con i suoi modi serafici e pacati, con il suo timbro si voce dismesso e appesantito dall’età, ha dimostrato ancora una volta la prepotenza e la sopraffazione della sua ideologia politica, un anarchia del pensiero che non proviene da una sola finestra cognitiva ma bensì da un movimento politico che rasenta da sempre la tesi e l’antitesi di ciò che professa.
Questo ormai anziano ex politicante (con tanto di pensione d’oro e privilegi annessi) è colui il quale si vanta da sempre di aver “battuto” due volte Berlusconi, ma la storia narra e insegna che Prodi è colui il quale ha distrutto il nostro paese svendendo fin da subito la nostra moneta (la lira) all’euro, creando l’inflazione più sanguinosa della storia della Repubblica a sfavore dei contribuenti.
Proprio con Berlusconi bisogna creare un parallelismo netto, il cavaliere fu perseguitato da una giustizia di stampo rosso divenendo una vittima delle donne e di chi strumentalizzava la sua nobiltà d’animo. Berlusconi è stato perseguitato, vilipeso, accusato delle cose più indegne mai pensate su questa terra, per poi essere stato assolto con formula piena dopo aver ricevuto montagne di letame addosso. Mai si è reso protagonista di un atto prepotente e maleducato come quello di Prodi, in quanto Berlusconi nutriva un senso di rispetto e devozione per le donne, ma la natura del gesto, come scritto all’inizio, racconta una storia di sopraffazione e violenza compiuta nei confronti dell’Italia che percorre le gesta nei concetti della sinistra moderna.
Dai tempi de “L’ Ulivo” agli attuali del PD la linea di demarcazione è sottile, quasi invisibile, e il gesto di Prodi non avrà arrecato sicuramente danni al cuoio capelluto della brava giornalista Lavinia Orefici, ma rappresenta uno spaccato evidente della natura politica di Prodi e dell’ideologia che da sempre ne contraddistingue le gesta.
La negazione del fatto, per poi passare alla mistificazione e alla mitigazione del gesto, per finire alle scuse dinanzi all’evidenza ma con postilla finale di non accettare strumentalizzazioni (andando all’attacco), dà un quadro chiaro di Prodi e dell’eredità che ha lasciato al nostro paese, e di come ha governato l’Italia negli anni dei suoi mandati. Se ci fate caso cambia solo il soggetto, la vittima, ma il modus operandi è il medesimo.
Solidarietà alla giovane collega giornalista Orefici, ma i capelli tirati erano quelli di un paese che porta ancora addosso i danni causati da questo ex professore politicante, che con disprezzo e prepotenza, ha svenduto l’Italia e gli italiani, come un banale panino di mortadella. Sergio Vessicchio

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