MELMA E FECCIA, UN SOLO CORPO PENTASTELLATO

(Giovanni Coscia) – Solo 13 anni fa e qualche mese in più, coloro i quali erano i rappresentanti ufficiali dell’abbattimento della casta, che avevano sfruttato quella demagogica esposizione auspicando per la politica tutta ed i poltronari di corte, la speranza che fosse finita un’aera e ne iniziasse un’altra. Vero. Tutto vero. Ma è successo non l’esatto contrario, ma la continuità ed il perpetrare quanto di peggio fosse possibile in politica. Si denunciava il male e quel “VAFFANCULO” di tal Beppe comico Grillo, lasciava campo alla fiducia. Ed invece, dalla denuncia del male, è giunto il peggio. L’avvento della peggiore politica, dei peggiori poltronari, dei peggiori,…..facciamoci i c…. nostri, ha preso il sopravvento. Si pensava con quel dialogo, ad un passaggio di mano se non addirittura inserire la magistratura all’interno del governo, considerato lo stato di cose che vigevano nel suo interno. E così tutti credettero, almeno al 33% nazionale, che l’anti casta grillina, potesse risolvere ogni problema. La casta era la prima repubblica, l’anti casta proprio i grillini. Vi fu anche lo sdoganamento della destra,; la riduzione della sinistra comunista all’Ulivo di Prodi e poi al partito democratico. Ma francamente dopo quei VAFFA DAY, del mai col partito di Bibbiano, del NO TAV, NO TAP e tanti altri NO, siamo arrivati definitivamente alla cacca che galleggia.
A quella feccia o melma politica peggiore di ogni altro sistema politico nel mono, considerando che lo stesso Grillo affermava che i senatori a vita non muoiono mai. Cosa ha pensato la Signora senatrice a vita Liliana Segre, nel mentre votata per il SI al premier Conte, sostenuto dai 5 stelle? Forse quelle considerazioni sulla Segre, il comico Grillo, non le avrebbe pronunciate se al posto di Hitler ci fosse stato lui. Mah! E la feccia, la melma, cosa sono in effetti? E’ soltanto il risultato di un sopravanzo melmoso che si deposita sui fondi di merce avariate. Nella società civile, indica il peggio della società stessa. Corrotti, corruttori, omicida, delinquenti vari, corrotti. Rimasugli da tenere lontano, perché tossici o avariati. Peggio del covid. E in questo caso la feccia emerge nel campo politico, travestita da populismo. Avevano i grillini, secondo il loro dire, la verginità politica, perché nessuno di essi, aveva avuto precedenti nel campo specifico. Una verginità ed una purezza acclamata, dal loro non far niente, e senza ruoli specifici nella società. Uno vale uno, il loro motto ed ecco per tutti il reddito di cittadinanza. E col VAFFA generale e definitivo, tutti sono andati al potere. Occupano posti di rilievo nelle commissioni, nel mentre il loro lavoro riguardava pulire le stanze del supermercato. Senza offesa per questo lavoro, sia chiaro. Non a caso nel reddito di cittadinanza, non vi sono professionisti, commercianti, artigiani, P. Iva o altro; vi sono disoccupati e “squilibrati”. Ecco la scatoletta di tonno aperta., ma il residuo rimasto è solo gelatina da scarto. E la feccia, la melma, riguarda anche altri ambiti, denotando il degrado delle classi dirigenti dei grillini stessi, suddividendosi in carrierismo e affarismo, portando alla luce non solo il caso Palamara. Per passare poi alle commissioni delle televisioni, del cinema, laddove hanno creato successi editoriali senza motivo alcuno. Hanno offuscato l’opinione pubblica, attraverso il giornalismo di potere, con l’informazione pubblica. La feccia e la melma, fanno carriera insieme, creando e partorendo ufficialmente le lobbyes omosessuali in politica, nelle istituzioni e nel fare carriera ovunque. La casta della prima repubblica era circondata da faccendieri; quella di oggi è composta di “traffichini”, in versione pezzente per i faccendieri. E ora il tempo della melma o della cacca che galleggia, non ha più ideologie o intellettuali; ha animatori nei talk show e figurini da apprezzare non certo come artisti, ma come palloni gonfiati. La feccia ha dimenticato il meglio dei nostri artisti. Ha sdimenticato la nostra arte. Ha dimenticato tutto. Ha dimenticato il grande Don Backy, e tanti altri artisti italiani, che rappresentano ancora il nostro vanto. Il vanto di una cultura, non certo grillina. Per questo, un bel “VAFFA” a Grillo ed ai suoi, proprio non guasta. Anzi….. è il meglio.