19 Gennaio 2025

PROCESSO A SALVINI? PRIMA PRODI E D’ALEMA, PREGO!

(Giovanni Coscia) – La storia è la memoria che mai dovremmo dimenticare. Non parliamo degli antichi Romani, ne di Cartagine, ne tanto meno di Attila, ne dei più recenti avvenimenti del 1940. E allora è bene rammentare episodi che sono ancora attuali e che meritano un approfondimento maggiore, in quanto la comunicazione di regime, omette per proprio dovere di pronazione, senza considerare che altri eventi politici, sono ancora vivi e vanno trattati con le stesse modalità. Il riferimento è al Senatore Matteo Salvini ed ex Ministro degli interni, del quale era stato chiesto un processo per i fatti della nave Gregoretti, reo, secondo i “senatori” di questa pseudo repubblica, di aver sequestrato per 3 giorni, i migranti a bordo della stessa nave. Fatti conosciuti che non ripetiamo, in quanto lo stesso Salvini, successivamente, a causa di alcune intercettazioni tra magistrati, che la casta non auspicava, non subirà più quel processo. Nel recente passato, va ricordato che un presidente del Consiglio, deciso lo sbarco di alcune navi che arrivavano dall’Albania. Lo stesso presidente, schierò la Marina Militare contro quelle navi. Quel Presidente si chiamava Romano Prodi ed una di queste navi della Marina Militare Italiana, nel cercare di fermare una imbarcazione carica di gente che fuggiva da un paese in preda alla disperazione ed alla anarchia, ma principalmente dal COMUNISMO, andò ad infrangersi contro la nave che ospitava i profughi. Non furono distribuite colpe in seno all’impatto tremendo, ma il risultato fu che ben 83 di quei fuggitivi albanesi, persero la vita, in quanto la stessa nave, colò a picco. In relazione a quell’impatto, nessuno si è mai degnato di indagare il Presidente di quel governo, Romano Prodi, il quale aveva deciso di inviare i mezzi militari e di fermare quella nave. Il Problema più grave è che quelle 83 persone, provenienti dall’Albania, affogarono in fondo al mare durante quell’intervento delle navi militari italiane e persero la vita. Di quei fatti, tutti se ne sono dimenticati, in primis la stampa di regime, ma ancora più grave è che non vi è stato nessun processo per quei fatti scandalosi ed incresciosi. Così come lo stesso Massimo D’alema, presidente del Consiglio nel 1999, spedì gli aerei militari italiani,  i famosi TORNADO, a bombardare Belgrado, dimenticando che la nostra Costituzione, stabilisce che siamo un paese che “ripudia la guerra”. Ne Prodi, ne D’alema, furono processati. Non ci fu una sola Procura che aprì un piccolo, minuscolo fascicolo per quei fatti incresciosi. Non accadde assolutamente nulla. Nemmeno le scuse da parte dei due parlamentari. E per tornare ai giorni nostri, va ricordato che prima delle elezioni europee, ci furono a largo delle coste italiane, navi di profughi, che sono state tenute ferme, nel bel mezzo del mare. Addirittura le ONG, considerando che erano in corso le votazioni, non si preoccuparono di nulla e rimasero ferme per diversi giorni. Gli stessi organizzatori delle ONG, non proferirono parola, anzi, giravano a largo con le proprie imbarcazioni ed ebbero modo di zittirsi il più possibile, per non creare evidentemente, problemi sulle scelte politiche da adottare. In pratica, le stesse organizzazioni, attesero il voto alle regionali in Emilia Romagna, dopo di che, ottenuto il risultato sperato, andò tutto bene per la sinistra. E si parla del processo a Salvini? Ha “sequestrato”, secondo i comunisti, per tre giorni dei profughi sulla Gregoretti? Cosa hanno fatto Prodi e D’alema? Allora processiamo prima questi due, ma per favore, fino in fondo ed ognuno risponda alle proprie responsabilità. Quei morti albanesi, ben 83, mai hanno avuto giustizia. Ma c’erano  Prodi e D’alema, quindi tutto doveva filare via liscio e senza intoppo alcuno. E allora si comprende che, quello di Salvini sarebbe solo stato ed esclusivamente un processo politico, considerato l’alto consenso che il centro destra continua ad ottenere grazie alle sue politiche per la nostra nazione. Processare Salvini, significava abbattere un avversario, vero? Ma il gioco non è durato molto. Le intercettazioni, hanno dimostrato tutta la malafede nei suoi confronti. E adesso che i grillini moralizzatori, non sono più con la Lega, volevano farlo processare per chissà quale reato. Ma avevano nella tasca un rospo che è venuto fuori. E il bubbone è scoppiato. Ma questa è giurisprudenza?

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