27 Marzo 2025

SALERNITANA CHE CONFUSIONE SARA’ PERCHE’ TI AMO

Torino nel giorno della mia presentazione fu messa una bomba carta nel container dove facevamo la conferenza. Ma mi aspettavo una conferenza bella calda e suggestiva”. L’intervento del presidente Iervolino e la calma in sala stampa è stata appena ritrovata, sebbene a fatica, quando il ds della Salernitana, Gianluca Petrachi, prende la parola. “Sono venuto con tanto entusiasmo – dice – sappiamo che si viene da un’amarissima retrocessione. A Milan quando mi ha chiamato ho detto che mi sarebbe piaciuto venire prima per aiutare la Salernitana a salvarsi, perché secondo me era nelle sue corde. Anziché guardare la categoria, ho pensato a quello che Salerno, come empatia, poteva darmi. Dico con grandissima umiltà che ce la metterò tutta e farò di tutto per dare soddisfazioni alla piazza. Per come è retrocessa, è stato disarmante. La tifoseria, però, è retrocessa dignitosamente, ha portato tantissima gente allo stadio e in trasferta non ha fatto grandi contestazioni, anzi anche manifestazioni di passione che hanno sorpreso. Significa che questa città ha imparato dal passato”.

La rosa: “Tutti via”

“Ci sono sì giocatori buoni, come dice il presidente, ma bisogna capire quanti vogliono rimanere a Salerno. Ne ho chiamati tanti e non è che c’è tutta questa voglia di restare qui perché vogliono conservare la categoria. Ho risposto che chi non se la sente può farsi da parte: detto a loro e agli agent. Chi viene deve avere maglia sudata. Ci sono difficoltà oggettive, siamo partiti in ritardo e questo è palese. Ci sono tempi che nel calcio devono essere rispettati ma è accaduto perché c’era trattativa in corso per la cessione della società. Il ritardo ha creato un filino di disagio a chi doveva decidere e ha creato disagio anche a me. Le cose vanno dette con chiarezza guardando in faccia la gente. Con la retrocessione, la società deve contenere i costi e fare un progetto sostenibile, perché non so quanti Iervolino possano venire a Salerno e mettere i soldi. Ho trovato un presidente ferito, deluso: la mazzata l’ha presa anche lui. Insieme al dottor Milan, che era pure lui neofita del calcio e non era abituato a certe dinamiche, ha ammesso di aver commesso degli errori. Mi sarebbe piaciuto arrivare quando Iervolino ha messo tanti soldi. Adesso c’è un progetto sostenibile perché non ci sono più tanti denari e su questa sostenibilità sto lavorando. Quando non ci sono tanti soldini, bisogna far leva sulle idee. A Pisa mi chiamavano mister parametro zero e a Torino altrettanto. Bisogna avere la pazienza di due, tre anni per costruire qualcosa che possa portare la Salernitana avanti perché oggi c’è pochissimo”.

Coda e Vandeputte sono ancora obiettivi della Salernitana o adesso lotterà per la salvezza? “C’è da ricostruire il gruppo. Della rosa passata sono andati già via 19 calciatori, compresi prestiti e fine contratto. Dovremo cercare di fare un mercato furbo, intelligente. I nomi fatti sono stati attenzionato: sarei ipocrita se dicessi il contrario. La sostenibilità deriva dalle operazioni in uscita: deriva da quello. Cercherò il giusto equilibrio, devo prendere qualche giocatore giovane dai quali arriva la sostenibilità, qualche giocatore espetto, prestito, anche dalla Serie C. Se oggi vi aspettate di sparare i fuochi, non è così. Oggi non posso pportare tizio, caio, perché devp fare cessioni. Penate che mi trovo davanti un giocatore che guadagna 1,7 milioni e non vuole restare a Salerno. E’ dura da accettare per chi viene dalla C e guadagna 150mila euro. Il lavoro più grande per me si chiama bonifica. Fosse per me, non confermerei nessuno. Devo creare entusiasmo, quello che mi ha trasferito Martusciello. Si è slegato da un allenatore come Sarri e ha cominciato il proprio percorso. Adesso voglio un calcio codificato e propositivo. È quello che ho riscontrato in lui. A parte la parentesi Sottil, con la quale si erano fatte valutazioni – lui fermo da pochi mesi io da 4 anni e ho voglia incredibile, lui ha visto che queste difficoltà che ci sono state non poteva subito realizzare quello a cui ambiva – ho chiamato due allenatori, Fontana e Martusciello, che lavorassero bene con i giovani. Ringrazio Fontana che si era reso disponibile ma aveva dato la parola d’onore al Latina. Quando ho saputo, ci siamo detti che non era il caso di deludere il Latina. Lo reputo comunque un bravissimo allenatore e un predestinato. Successivamente ho risentito il mister Martusciello che avevo già sondato prima. Mi ha detto che se la sentiva di sposare questa avventura e che con me si sentiva al sicuro. Ha detto di aver appreso tante nozioni da vice e di volerle proporre”.

Il modulo

“Cominciamo con la linea a quattro. Il modulo sarà 4-2-3-1 e basta con questa linea a tre. E magari se sentono che non si gioca a tre , vanno via prima. Stavi lavorando sul 3-5-2 e poi con il mister abbiamo cambiato rotta. Quindi qualcuno attenzionato esce di scena automaticamente. Poi magari qualcuno di questo gruppo sarà ben lieto di farsi allenare da Martusciello: voglio vedere facce incazzate. Alcuni telefonicamente sono stati ben chiare chiedendo se possibile di andare via. Ho detto però che le possibilità si devono creare e tanto per cominciare convoco tutti e non lascio nessuno a casa. Un po’ di pazienza, perché stiamo lavorando a manetta. Sto lavorando sulle uscite, ma come spesso capita quando si è in difficoltà arriva il club di turno e cerca di strozzarci. Ho detto alla Salernitana di sostenermi, perché è giusto che un giocatore non ce li tolgono per un tozzo di pane e poi i soldi ricavati ci servono a fare il mercato. Non è facile vendere e comprare: magari poi ti vengono a chiedere proprio nell’ultimo mese i quattro giocatori che sono rimasti sul groppone. Ho chiesto però di aiutarmi a fare un sacrificio importante. Il presidente diche che ci sono giocatori importanti per la categoria, ma ho spiegato che sono un danno se non restano con voglia. Magari avessimo Bonazzoli e Dia che vogliono restare. Non è una questione di appeal, perché la piazza di Salerno è ambita e l’ho visto con i giocatori contattati. La mia ambizione – e lo dico sottovoce – è che il presidente si innamori di nuovo”. Petrachi ha vissuto blindato con la Roma a Trigoria e Martusciello ha creato il laboratorio Empoli a Monteboro. Quanto condizionano l’assenza del centro sportivo a Salerno e le difficoltà del Mary Rosy? “Ci stiamo adoperando per starci dentro, rimanerci e lavorare nel migliore dei modi. Lì si crea il rapporto familiare tra calciatori, si sta più lì che con le loro famiglie. Ho investito Milan di questo impegno di riuscire a sistemare la situazione nel più breve tempo. Anche se ho visto il Mary Rosy e ho parlato per farci stare a lavorare”.

I senatori della Salernitana

“Fazio? L’ho chiamato e gli ho detto che della vecchia squadra vorrei eliminare il più possibile, purtroppo anche lui è reduce da una retrocessione, la gente che retrocede sta male, al primo passaggio sbagliato il pubblico lo fischia e succede una tragedia. Preferisco cambiare il più possibile, non c’entra la qualità. Chi rimane deve essere consapevole di dover sopportare critiche. Candreva? Anche lui è giusto che faccia la propria strada, anche per lui retrocedere penso sia stato un trauma, lo accompagneremo in questa uscita, nonostante sia un gran calciatore si porta dietro anche un gran portafoglio e questo devo considerarlo. È stato uno degli ultimi a mollare, voglio dare una ventata di freschezza però per scelta strategica mia. Come calciatore sono retrocesso, so cosa significa. La penale? I soldi mi servono per gli incentivi all’esodo, un piccolo portafoglio per quello. Naturalmente devono essere casi sporadici. Legowski è un buon giocatore, si è fatto trascinare poverino e ha preso schiaffi da tutte le parti, per noi è un elemento che nel suo calcio ci può stare ma magari arriva con la faccia triste e se non vuole rimanere bisogna ragionare. Con alcuni giocatori per questioni di lingua non si riesce a comunicare. Aspetto di parlare a voce con tutti. Dopo il rritiro vorremko sppostarci e nadare in un luigo più fresco e meno afoso, anche in ragione di qualche problemino che abbiamo nel centro sportivo. Sono un ambizioso e non mi piace neppure perdere a ping-pong. Il premio che ho messo al mister è ai playoff e alla vittoria del campionato. Dai tifosi mi aspetto comprensione alla prima giornata di campionato e in questo momento chi comprende di più le nostre difficoltà è il tifoso. Sono rimasto mattina e sera in sede e la premura dei tifosi – direttore, non se ne vada – mi ha fatto emozionare. Allo scouting chiedo ciecamente: è la mia linfa e attingo totalmente. Poi faccio la scrematura ma è fondamentale. Non potrei sopravvivere senza lo scout. Pensate che adesso io devo lasciare tutti i “quinti” e guardarmi tutti i terzini e soprattutto chi sappia fare le diagonali difensive, perché lui lavora su questo aspetto in maniera maniacale. Pensate che anche quando sono stato fermo ho pagato di tasca mia tre scout. La Salernitana mi ha fatto prendere due scout perché in B occcorre ovviamente contenimento. A Roma ne avevo sei. I miei collaboratori sono Bruno Petrachi e Pierfrancesco Leo”.

Martusciello

“Non devo fare nessun inno al seguitemi. Dobbiamo arrivare a qualcosina che diverta la gente. Sono maledettamente orgoglioso di stare a Salerno. L’esperienza di Empoli mi è servita molto, non sono riuscito nell’ultima giornata a mantenere categoria. Facendo poi rodaggio in ambienti molto più complessi di quelli, ho imparato tantissimo. Ho bisogno di aiuto e il direttore è qui con me. Sono uno che dà aiuto. Ho maturato molta più autostima e ho detto “lo faccio”, soprattutto in una piazza che non è complicata ma delicata. Mi metto in gioco e siamo tutti complici. Di sicuro la linea difensiva è a quattro e non si transige: nell’ultimo decennio ho giocato così. Per il centrocampo vediamo se a tre o a due, in base a quello che riusciamo a fare sul mercato e rapportarmi alle caratteristiche dei giocatori. Nel recentissimo passato ho avuto una situazione del genere e ho ragionato sugli sforzi da fare ad un giocatore rispetto. Nella Lazio c’è André Anderson che è un ragazzo straordinario e un giocatore fortissimo. Se lo cerchiamo, ce lo danno. Petrachi subito a gamba tesa: il mercato lo faccio io, non il mister. Ho sentito Sasà ieri notte all’una e mezza e stamattina alle 7. Nello staff anche lui? Vediamo. Obiettivo è fare più vittorie possibili e portare tanta gente, per far sì che tutto l’amore sia ricompensato. Si arriva a questa cosa solo attraverso il lavoro. Ora siamo in uno stato embrionale e dobbiamo attraversare le difficoltà. Ho due anni di contratto. A Salerno  c’è già carico di attesa. Se ci mettiamo anche la vittoria a tutti i costi, diventa complicato. Facciamo un passettino per volta. I giocatori in B? Andare a scegliere giocatore prevalentemente fisici non ha senso per me. A mio avviso, il giocatore che sa giocare al calcio, sa farlo pure nel casino. Bisogna saper palleggiare anche nella confusione: la direzione deve essere quella. I giocatori fermi non vanno bene. Quelli fermi giocano a scacchi. A proposito di centrocampisti, se si riuscisse a spostare la motivazione di qualcuno, sarebbe una buona base, ma senza motivazioni non si gioca in nessuna categoria. Devono pedalare”.

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